Alghero 1901, Piazze, vie, chiese e monumenti

di Carmelo Murgia

Nel 1901 il quotidiano la Stampa fece conoscere ai suoi lettori moltissime città italiane con opuscoli ricchi di  incisioni e testimonianze, un viaggio nel passato e lo specchio di un’epoca. Qui riportiamo l’articolo originale.

Piazze, vie, chiese e monumenti

Alghero 1901

La demolizione dei bastioni algheresi, cominciata nel 1853, epoca nella quale la città fu cancellata dal novero delle piazze forti, dura tutt’ora ed è ben lungi dall’essere finita. I bastioni sono conservati intatti verso il mare e qui vengono man mano trasformandosi in viale alberato per il passeggio e nel lato della città che va da Porto a Mare a Porto a Terra, verso i giardini pubblici. Furono demoliti nel semicerchio rimanente dando luogo all’apertura di nuove vie e di nuove piazze che come abbiamo visto vanno gradatamente sviluppandosi. Di quest’opera fortificatoria restano in piedi due o tre torri, notevoli come esempio di stile militare dell’epoca loro, e come robustezza di costruzione.
Le vie di Alghero nell’ interno della città sono assai ben selciate e tenute con sufficiente pulizia; la principale fra esse va diretta, salendo leggermente, da Porta Mare a Porta Terra, e su di essa si aprono i principali magazzeni e negozi della città. Un’altra bella via è quella detta di Bonaria, che partendosi dal retro della cattedrale se ne va fino alla chiesa della Misericordia. La maggiore delle piazze è la cosi detta Piazza Civica o Piazza a Mare ove, abbiamo già avuto occasione di dire, si tiene seralmente una specie di borsa del lavoro, all’aria aperta. Un bel palazzo comunale, quantunque non vasto ed oggi divenuto quasi insufficiente, ha Alghero. Vi si può vedere un bellissimo salone per le Sedute consigliari. Oltre gli uffici necessari al disbrigo della cosa pubblica, si tiene nel palazzo una piccola biblioteca concernente alla storia ed alla letteratura della Catalogna di cui Alghero si può dire una colonia. Essa è dono del cav. Toda, ex console spagnuolo in Cagliari, il quale ebbe già occasione di occuparsi di Alghero in vari suoi scritti e principalmente nell’ opera pubblicata a Barcelona per incarico del governo spagnuolo, intitolata: Alguer (un poble català d’ Italia) nel quale sono raccolte numerose e curiose notizie.
Altro edificio importante è il Teatro Comunale, di bello aspetto all’esterno ed elegante all’interno. Dei ristauri vi furono eseguiti recentemente, ma da molto tempo il teatro resta chiuso quasi tutto l’anno e non serve oramai che a darvi alcune feste da ballo o per adunarvi la popolazione per comizi, conferenze, feste scolastiche, ecc. Bello, vasto, ben tenuto, in buona posizione igienica è l’Ospedale Civile, occupante quello che fu l’antico convento di Sant’Antonio, Vi trovano posto in tempi normali cinquanta letti, aumentabili in casi di necessità. Quest’opera pia è largamente dotata ed i suoi beni sono amministrati da apposita commissione.
Un altro edificio che merita menzione per le sue proporzioni veramente ragguardevoli è l’immenso penitenziario che sta poco lungi da Porta a Terra, lungo la via carrozzabile che conduce a Sassari, L’edificio, quadrato, di recente costruzione, può contenere più che 700 condannati, e quasi non bastasse, esso ha un’ampia succursale nella colonia agricola di Cuguttu, vasta ben 150 ettari e dove si tengono in semi libertà, al lavoro aperto dei campi, quei condannati di migliore condotta, e che sono vicini a riacquistare la libertà.

Veduta della casa di pena di Alghero

Sola osservazione da farsi, a questa colonia agricola, a prescindere dal fatto che risulta passiva all’erario mentre dovrebbe essere attiva, si è che con tante braccia che lo Stato tiene inattive o quasi, nell’ampio reclusorio, non si sia pensato a far colmare o drenare convenientemente la rete estesissima di stagni e paludi che stanno a ridosso della colonia agricola e che ogni estate spirano su di essa i miasmi pestiferi della malaria.
A quattro o cinque chilometri da Alghero in una piccola insenatura formata dall’avanzarsi verso il mare di Capo Galera è ancora, sebbene minacciante rovina, un vasto edificio, costruito nel 1722 e destinato a Lazzaretto per le quarantene di navi e per le malattie contagiose. Esso fu edificato su ordine del conte di San Remigio, vicere dei Savoja in Sardegna ed è forse la prima opera pubblica voluta dal governo piemontese. L’edificio comprende due piani, grande magazzeno ed una cappella, il tutto con un vasto giardino, rinchiuso da un’alta cinta murata.
L’abbandono in cui il tutto è stato lasciato da anni e anni fa si che il giardino è diventato una foresta e che l’edificio minaccia di essere invaso dalla vegetazione. Da Capo Galera si gode uno stupendo panorama sulla città di Alghero e sui monti di Villanova che le stanno dietro come immenso baluardo. Le chiese in Alghero sono molte e generalmente ricche.

interno della cattedrale di Alghero

Il Duomo è un bellissimo edificio fondato dai Doria nel XII secolo e ricostrutto ed ingrandito successivamente, Di prima origine è il coro in cui si ammirano ancora finestroni ogivali di bellissimo disegno ornati da rabeschi e fogliami. L’edificio principale forma tre navate ed è ornato all’ingiro da ben sedici cappelle con altari in marmo. Un monumento notevole è nell’interno della chiesa e precisamente nella cappella di San Filippo che a anche un bellissimo altare, quello cioè fatto inalzare da Carlo Felice, ancora duca del Genovese alla memoria del fratello Maurizio di Savoja, duca del Monferrato, morto il 2 settembre 1799. La base del monumento è in marmo grigio e vi si legge l’iscrizione dedicatoria. Sopra vi sta l’urna cineraria con accanto una bella statua della carità, che allatta alcuni orfani ed altri ne accarezza. Accanto all’urna,fra due statue, una rappresenta la Sardegna piangente e l’altra un genio con una fiaccola arrovesciata, sta una colonna infranta, ai piedi del genio, le cui guancie sono solcate di lagrime, lo scudo di Savoja. Un complesso alquanto, farraginoso, ma non privo di belle linee artistiche.

La chiesa possiede bellissimi arredi sacri in argento lavorato e paramenti in stoffe preziose, nonchè lampadari ed oggetti di valore e pregio artistico. In sacrestia si ammirano due statue dei santi apostoli Pietro e Paolo di buona fattura. Fra le reliquie, chè la chiesa ne ha molte, una di San Giuseppe Calascenzio, donata da monsignor Delbecchi ex generale delle scuole pie ed un’altra fatta pervenire da un cardinale Colonna, ritornato a Roma dopo aver fatto naufragio ed essersi miracolosamente salvato a Porto Conte, che consisterebbe nientemeno che nel teschio di uno degli « Innocenti » fatti massacrare da re Erode! Buoni dipinti sono la Benedizione di Giacobbe, l’Incontro di Giacobbe con Esaù e l’Adorazione di Abramo.
Al Duomo è unito un elegante e slanciato campanile dal cui ultimo terrazzo si gode una vista incantevole.

Sono pure adiacenti ad essi un vasto presbiterio, il seaminario, una volta frequentatissimo, ed il palazzo episcopale.
Come grado nella gerarchia ecclesiastica, Alghero tiene posto di vescovado a tale essendo eretto da Giulio II nel 1503 che lo separò da quello di Sassari di cui prima era una pieve.
Fra le chiese notevoli, chè in Alghero sono numerosissimi gli edifici sacri, citeremo quella dei Francescani già appartenente ai frati di questo ordine, quella di San Michele, che fu già dei gesuiti, i quali vi ebbero anche collegio, e dove si trovano ancora quadri di autori noti, quella della Vergine della Misericordia ove si possono ammirare bellissimi altari antichi ed infine l’oratorio della Vergine del Rosario, chè quando in Alghero fioriva la pesca del corallo, vi si celebrava per conto dei pescatori una grandiosa festa della patrona. La festa coincideva colla chiusura della pesca colla partenza dei pescatori per il loro paese e quindı era tanto più splendida, in segno di rendimento di grazie, quanto più la stagione era stata propizia.
Al tempo degli Aragonesi anche gli Ebrei, da quelli protetti, ebbero in Alghero la loro sinagoga, ma sopravvenute le persecuzioni spagnuole, il tempio fu abbandonato dagli israeliti e divenne la chiesa cattolica di Santa Croce che ancora sussiste.
Moltissime sono poi le cappelle votive sparse qua e là per le campagne nei dintorni di Alghero, ma solo la chiesa della Madonna di Valverde può essere ricordata e per ampiezza e bellezza dell’edificio come pure per ricchezza di patrimonio e di doni e amenità del luogo ove sorge.
Il santuario di Valverde va famoso in tutto il nord della Sardegna per le grazie che se ne possono ricevere… E una specie di piccola Lourdes in miniatura. L’imagine di madonna che si venera fu ricavata da una chiesa preesistente e quivi trasportata con immensa pompa nel 1650.
Ogni anno, ricorrendo la festa di Valverde, in primavera, tutta la popolazione algherese vi si riversa e ne trae occasione per animate feste campestri.
Valverde dista sei chitometri da Alghero ed accenna a diventare una grossa borgata.

Santuario Madonna di Valverde

Unico monumento pubblico eretto alla memoria di un illustre algherese è quello dedicato al barone Giuseppe Manno. Esso fu inalzato nel mezzo dei giardini pubblici per sottoscrizione privata.
Il magistrato e storico, è rappresentato in marmo dallo seultore Canonica, vestito di toga. La statua è alta m. 3,20.
Nel cimitero sono poi altri monumenti gentilizi di non trascurabile importanza.

Statua di Giuseppe Manno presso i giardini pubblici di Alghero

Redazione la Stampa (g. c.)

Bibliografia: Le cento città d'Italia, supplemento illustrato del SECOLO società editrice Sonzogno. Litalia  fine ottocento storia costumi tradizioni edizioni Edison bologna.
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