Lunga vita a Lo Teatrì

LungaI Lunga vita a Lo Teatrì

di Ignazio Chessa

Non ci crederete ma tutto è partito da un pezzetto di velluto rosso che trovai in un cestino di una sartoria di costumi teatrali. Il velluto è particolare perché se lo accarezzi cambia intensità e da opaco diventa lucido, se poi lo accarezzi di nuovo ritorna opaco e così via senza stancarsi mai. Ma non voglio perdermi in troppi particolari, perciò vi racconterò come da un pezzetto di velluto è venuto fuori “Lo Teatrì”.

Opera di Sara Ingenuo

Naturalmente per far sì che tutto il lavoro si sia potuto compiere è stata fondamentale una buona dose di Creatività che insieme a sua sorella Fantasia hanno pensato e immaginato Lo Teatrì ancora prima di esistere, quindi hanno coinvolto anche un’altra sorella, Immaginazione, e da uno spazio completamente vuoto nascevano virtualmente, boccascena, sipario, drappi, palchetti, camerino, etc. Tutto molto bello ma come tutti i sogni e le idee possono dissolversi in un attimo; ci voleva l’aiuto di un’altra sorella, Determinazione, senza di lei tutto sarebbe rimasto dentro la testa e non avrebbe mai potuto concretizzarsi il sogno di “Lo Teatrì” , Determinazione era nata da un parto gemellare, infatti la sua gemella Caparbietà, appena saputo di “Lo Teatrì” si è messa subito a disposizione e a lavorare proprio come lei sola sa fare. Tutte le sorelle: Creatività, Fantasia, Immaginazione, Determinazione e Caparbietà di fronte a quel pezzetto di velluto hanno cominciato a pensare, progettare e a mettersi subito all’opera.

Per prima cosa bisognava conservare il vellutino in un locale adatto; sarebbe stato bello averlo in regalo, arredato, super-accessoriato e pronto per essere utilizzato; sarebbe stato bello ma anche troppo costoso e in fondo anche troppo facile. Finalmente trovai il locale e capì subito che il vellutino ci sarebbe stato bene. Quando si è aprì la serranda del locale le pareti erano completamente bianche e sul pavimento strati di polvere decennale testimoniavano che in quel posto da tempo mancava la vita, nonostante ci fosse un custode che per la prima volta ho visto nell’angolo alto a destra del soffitto. Il custode, Gek è un geco e ha svolto sempre il suo compito felicemente anche perché da quando apro tutti i giorni, molti più insettini succulenti entrano ed escono dal Teatrì e qualcuno va a rifornire la sua dispensa. Gek si è adeguato con la sua livrea scura al buio che, fino a quel momento, era perenne nel locale. Gek si è dimostrato subito collaborativo, gli ho consegnato il vellutino e ogni giorno quando riaprivo il locale per lavorare lo ritrovavo in angoli diversi facendomi vedere come il velluto ci sarebbe stato bene nei diversi punti che mi indicava, avevo l’impressione che il locale si ingrandisse sempre di più e che fosse pronto a contenere tutto il materiale che ci voleva per costruire un teatro vero e proprio.


Lo teatrì

Lo teatrì
Lo teatrì
Lo teatrì
Lo teatrì
Lo teatrì
Lo teatrì

Intanto molti amici e passanti si fermavano a chiedere: ma cosa ci fai, una pizzeria? Un bar? Un negozio di cialde di caffè? Quando dicevo che ci avrei fatto un teatro, rimanevano interdetti dicendomi: è piccolo, come fai per i permessi? E come fai per far venire il pubblico? etc. Io raccontavo e descrivevo quello che sarebbe venuto fuori, allora gli avventori se ne andavano un po’ più contenti e sognanti, quindi mi giravo verso Gek ma non lo vedevo perché era già in un altro punto verificando se il vellutino potesse andare bene in un punto anziché in un altro.

Nel frattempo il vellutino mi sembrava ogni giorno più grande, infatti era proprio così, perché durante la notte Gek, ne tesseva del nuovo e lo aggiungeva a quel pezzetto iniziale fino a farne il sipario che oggi divide lo spazio scenico dalla platea e con quello che è avanzato ha decorato i 40 appendiabiti di ottone che un giorno sono arrivati con le note della marcia trionfale dell’Aida di Giuseppe Verdi e si sono adagiati comodamente sul velluto rosso di Gek. I 40 zelanti appendiabiti sono stati reclutati con grande amore da una serie di amici ricchissimi di umanità che hanno subito capito l’importanza di salvare quei cappottini o giubbottini che altrimenti sarebbero caduti e quindi anziché fare un monumento ai caduti hanno realizzato un monumento agli appesi felici e stirati.

Gli amici coinvolgono altri amici ed ecco che arrivano le poltroncine, le strutture portanti per fare il backstage, i legni per i pavimenti e soppalchi, le quinte, le mantovane per i palchetti, le luci, gli impianti per musica e voce, cominciano ad arrivare i primi ospiti illustri invitati da artisti illustrissimi e illustratori che prendono posto nei palchetti. Intanto Gek sovrintende i lavori e mi indica spostandosi molto discretamente e con destrezza i punti da riempire e da trasformare. Ci sono voluti 5 mesi dal giorno che accarezzavo il piccolo vellutino rosso che sempre accarezzo adesso che è diventato il grandissimo sipario rosso che apre e chiude orgogliosamente gli spettacoli nel teatro più piccolo del mondo. Se non ci fossero state le sei sorelle, gli amici cari e Gek, la signora città di Alghero non avrebbe questo gioiello che penso e spero continui a brillare e a far sognare tutti i bimbi che saranno grandi e tramanderanno i sogni ai loro bimbi.

I loggionisti

Sono passati 100 anni da quel lontano 2018, ho saputo che Lo Teatrì è ancora in grandissima forma e accoglie la gente sempre con un sorriso e il velluto del sipario lucido e cangiante; ci sono inoltre i pronipoti di Gek che ancora sono custodi e si occupano di tenere sotto controllo il giusto equilibrio fra insetti e umani. Riesco a percepire i discorsi che fanno intorno alla mia nuova abitazione che si riconosce dalla mia foto ovale e lucida su una porta di marmo dove anche si intravede un alone a forma di geco, infatti Gek, quando divenne vecchio, come un grande capo indiano si lascio consumare dalla natura disteso sulla cima della porta principale del mio monolocale dove sono molto comodo, e ho il minimo indispensabile, però le idee non riesco a farcele stare perché sono tante e allora le lascio libere e allegre se ne vanno in giro a cercare luoghi dove prolificare. Se verrete a trovarmi suonate alla porta dove c’è un pezzetto di velluto rosso.

inaugurazione de Lo Teatrì

inaugurazione de Lo Teatrì
inaugurazione de Lo Teatrì
inaugurazione de Lo Teatrì
inaugurazione de Lo Teatrì
inaugurazione de Lo Teatrì
inaugurazione de Lo Teatrì
inaugurazione de Lo Teatrì
inaugurazione de Lo Teatrì
inaugurazione de Lo Teatrì
inaugurazione de Lo Teatrì
inaugurazione de Lo Teatrì

 

 

 

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