Quei bravi ragazzi parte seconda

Il 27 luglio 1976 la Corte costituzionale dichiara legittime le trasmissioni radio televisive via etere purché diffuse in ambito locale.

E’ la fine del cosiddetto far west radio televisivo nel quale operavano alcune decine di emittenti che infischiandosene della normativa esistente che concedeva alla sola RAI il monopolio delle frequenze, trasmettevano sia pure tra costanti denunce e minacce di chiusura.

Questo atteggiamento era dovuto anche dall’aspettativa che presto sarebbero cambiate le leggi anche a a seguito di una sentenza della stessa Corte Costituzionale che già nel 1974 aveva stabilito come legali le trasmissioni via cavo.

E’ la possibilità di trasmettere nel rispetto della legge che ha spinto Monsignor Corrias, parroco, a fondare Radio Comunità.

Erano  tempi  nei quali la comunicazione subiva una vera e propria rivoluzione: i meno giovani ricorderanno le seguitissime Tribune politiche in Rai dove per la prima volta i politici presentavano i loro programmi ad un vastissimo pubblico e spesso in contraddittorio tra loro.

Uccio Piras 1978 a radio comunità nella sede di via Valverde
Primo convegno regionale radio tv al cinema Miramare

Iniziavano i primi talk show radiofonici e con essi diventavano popolarissimi molti personaggi della società civile che non trovavano spazio nei giornali e riviste dell’epoca.

Anche a livello locale fu avvertita l’esigenza di utilizzare questi nuovi canali di comunicazione: lo capirono subito i politici che iniziarono a fare capolino nelle radio e TV cittadine, lo capirono i commercianti che iniziarono a pubblicizzare i loro prodotti in radio e TV.

Probabilmente è la necessità di essere più vicina ai fedeli con questi nuovi mezzi di comunicazione che ha spinto Monsignor Corrias a questo passo.

Ricordiamo che l’unica emittente cattolica era Radio Vaticana che per sua natura rivolgeva il suo sguardo al mondo intero; bisognerà aspettare qualche anno perché  nascessero altre emittenti di ispirazione religiosa.

E’ con questo spirito che alla fine del 1975 iniziarono le trasmissioni di Radio Comunità che ebbe il merito di anticipare altre radio promosse  da editori o comunità cattoliche come la famosa Radio Maria che iniziò a trasmettere solo nel 1982.

Adesivo di radio comunità

Chiarisce subito Uccio Piras, dinamico direttore dell’emittente, “ siamo nati come radio laica ma sicuramente molto attenti ai temi religiosi e sociali, lo testimoniano gli argomenti trattati in radio che spaziavano dalla musica, allo sport, all’attualità politica, ai temi culturali.

Grazie alla collaborazione di Marco Casula che sapeva districarsi sulle questioni tecniche,oltre a gestire uno spazio musicale, è stato possibile irradiare su tutta la città il segnale della radio.

Nel tempo il comitato di redazione raggiunse il numero di 29 collaboratori che io come direttore e Monsignor Corrias come editore provvedevamo a selezionare.

 La radio trasmetteva 24 ore su 24: la diretta iniziava alle 8 del mattino sino alle 22, la diretta iniziava grazie a un timer artigianale che accendeva il trasmettitore.

Lo spazio rimanente veniva coperto da uno spazio musicale pre registrato che normalmente trasmetteva musica.

Claudio Canu nella sede di via Sant’Erasmo

 Continua il racconto Uccio Piras “ io ho avuto l’onore di gestire, in rigorosa diretta,  un mio spazio dal titolo Parliamo di Alghero che trattava gli argomenti socio culturali di maggiore interesse in quel periodo.

E’ all’interno di questo spazio che ho avuto il piacere di conoscere e dibattere con personaggi come Vito Scalia, Mario Segni, l’allora ministro Alfredo Biondi, Manlio Brigaglia, il farmacologo Ugo Miele, Don Ciotti, prof. Pintacuda, il sociologo Lelli e altri ancora.

 Come già accennato avevamo anche uno stuolo di ottimi collaboratori che coprivano  tutti i temi e argomenti ritenuti interessanti; mi piace ricordare in particolare Neria de Giovanni che curava la pagina culturale in maniera straordinaria, non a caso diventerà una critica letteraria e autrice di numerose pubblicazioni che le daranno fama internazionale.

Altri collaboratori che ricordo con particolare piacere sono Paolo Mannazzu (noto politico locale) che per noi curava uno spazio sulla musica classica e sinfonica, Marisa Castellini che nel 1992 anche con il sostegno di Monsignor Corrias e mio fonderà la Università della Terza Età.

Ricordo anche i collaboratori Antonio Silanos, Angelo Venditti, Claudio Canu, Gianfranco Cervai, Gianni Dore, Benedetto Alfonso, Ciro Cocco, Patrizia Gianichedda, Marisa Depau, Rosy Tonelli, Giuseppe Mancino, Enzo Leone, Giuseppe Correddu, Giosuè Arus, Claudio Puggioni, Le Sorelle Rosella, Dott. Sale, M. A. Mura, M. Artissunk, C. Puggioni, che dettero un importante contributo.

 Nell’ambito dell’attività giornalistica ricordo con orgoglio un convegno regionale nel 1978 su  Emittenza Libera oggi e Domani trasmesso da radio Sigma (altra TV algherese) che venne trasmessa a reti unificate da tutte le emittenti locali in contemporanea.

Un evento molto particolare che fece registrare tra i convenuti spunti e convergenze molto interessanti. Un antesignano dei molti Talk che oggi vediamo spesso in TV.

D’altra parte nel mio lavoro ero molto interessato all’aspetto giornalistico infatti non mancavano nelle mie trasmissioni conduttori anche di altre radio come Giampaolo Cassitta, Antonello Colledanchise e altri………………………….

 

Ogni domenica, sempre in diretta, trasmettevamo la Santa Messa dalla cattedrale di Santa Maria: un servizio molto apprezzato da vecchi, malati e da quanti, per varie ragioni, non potevano recarsi in chiesa.

Studi di radio comunità

 

 In conclusione posso affermare che Radio Comunità godeva buona salute, aveva ottimi collaboratori e programmi ben fatti e seguiti.

Forse peccando un po’ d’ottimismo potevamo anticipare il successo di Radio Maria se  adeguatamente potenziati in uomini e strutture, ma l’evolversi della legislazione sulle cosiddette radio e TV libere ha di fatto segnato la nostra fine avvenuta nel 1997.

La nuova normativa prevedeva infatti che potevano continuare a tramettere solo quelle emittenti, attive prima del varo della nuova legge,  a patto che il responsabile fosse un giornalista regolarmente iscritto all’albo. Se ben ricordo era obbligatorio inoltre avere 2 o tre dipendenti fissi. Era la fine per le piccole emittenti che non potevano sostenere costi così elevati.

In mancanza di questi requisiti e per l’impossibilità da parte dell’editore (monsignor Corrias) di soddisfarli fu una visita della Guardia di Finanza che, prendendo atto di queste carenze, di fatto fece chiudere i battenti a Radio Comunità.

 Di questa esperienza rimane la soddisfazione di aver fatto un buon lavoro e di aver aver creato con i nostri ascoltatori un rapporto positivo che in 36 anni non è mai venuto meno.

 Intervista a Uccio Piras raccolta da Nino Monti e Carmelo Murgia

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