L’invasione delle spiagge

L’invasione delle spiagge

di Nino Monti

Il convegno su Urbanistica e Turismo organizzato in Alghero nel settembre dello scorso anno ha fornito con l’intervento dell’assessore al turismo regionale Barbara Argiolas, spunti di riflessione particolarmente interessanti.

A conclusione della stagione turistica 2017 che ha visto la Sardegna incrementare le presenze del 15 % (record storico), si è registrata, unitamente alla soddisfazione di molti operatori del settore, anche qualche preoccupazione sul futuro di questa importante risorsa economica.

Un risultato importante che qualsiasi politico avrebbe ascritto alla validità delle politiche adottate dal proprio assessorato: niente di tutto questo, Barbara Argiolas, massimo dirigente regionale al turismo, ha preferito invece sottolineare i pericoli e le contraddizioni che il clamoroso successo nelle presenze ha paradossalmente evidenziato.
La prima considerazione e preoccupazione che è emersa in tutta la sua dimensione è il fatto che l’incremento si è realizzato nei mesi di luglio e agosto. Un fatto non nuovo quello di una stagione turistica concentrata in soli due mesi ma che stavolta ha avuto il merito di far risaltare in misura maggiore, anche ai più distratti, un pericolo forse sottovalutato in questi anni.

In primis lo stress cui sono state sottoposte le più belle spiagge a sud come al centro e al nord della della Sardegna.
Una situazione, aggiunge Barbara Argiolas, che ha pesato negativamente sul turista cui la promozione turistica aveva promesso spiagge meravigliose e un ambiente incontaminato.

Una realtà diversa quindi da quella che aveva convinto il turista a scegliere la Sardegna e che rapidamente si trasforma, continua Argiolas, in un boomerang che mina il futuro turistico dell’isola.
E’ bene ricordare che i flussi turistici sono molto influenzati anche dal “passa parola” e quindi decisamente incisivi sui risultati del futuro.

Un pericolo avvertito da molti comuni rivieraschi al punto che molti sindaci hanno iniziato a parlare di numero chiuso nelle spiagge o comunque ad attuare politiche di disincentivazione della presenza su alcuni litorali; è il caso della spiaggia di Budelli il cui accesso è da anni proibito, la spiaggia di Goloritze (Golfo di Orosei) cui è consentito l’ingresso solo dopo un percorso di 4 km a piedi e con un salato biglietto d’ingresso, o con azioni indirette attraverso il caro parcheggi.

Goloritze

In previsione della stagione 2018 la polemica si sta facendo rovente: a Stintino per salvare la spiaggia della Pelosa non solo è in previsione l’eliminazione della strada a ridosso della spiaggia ma si pensa addirittura a proibire l’uso degli asciugamani, dei borsoni e delle borse frigo; una drastica decisione per scongiurare una invasione che ha visto picchi di 7.000 presenze giornaliere.

La pelosa di Stintino

Le 5 calette dell’oasi di Bidderosa (Orosei) sono già a numero chiuso, così come Cala Biriola. Altri provvedimenti restrittivi sono previsti nell’oristanese per la famosa spiaggia di Is Arutas.

Cala Biriola
Is Arutas

In Alghero per citare la realtà locale le spiagge sono state letteralmente prese d’assalto: da Maria Pia, alle Bombarde, a Lazzaretto, a Porto Conte e sino a quelle di Porto Ferro, una volta poco frequentate, quest’anno frequentatissime.

Porto Conte
Le Bombarde

Una situazione che sta spingendo in tanti a pensare che prima o poi le cosiddette “spiagge libere” dovranno essere oggetto di profonda riflessione.
Una condizione che sino a qualche decennio fa non destavano particolari problemi in quanto le frequentazioni dei residenti e dei pochi turisti erano nettamente inferiori rispetto a quelle odierne. Oggi grazie alle migliorate condizioni economiche e sociali e al positivo incremento dei turisti queste frequentazioni si sono moltiplicate creando però non pochi problemi all’equilibrio dell’ambiente.
Per rimanere ad Alghero possiamo citare i casi delle pinete e spiagge di Maria Pia e Porto Conte, quasi del tutto “ libere”, che ormai sono caratterizzate da un affollamento e un decoro che non soddisfa né i residenti e meno che mai i turisti.

E’ scandaloso pensare che tutti i fruitori di questi beni dovrebbero dare un minimo di contributo economico per far si che l’arenile venga pulito e la pineta sia oggetto di regolare manutenzione?

I comuni, compreso quello di Alghero, non hanno le risorse sufficienti per soddisfare in toto queste esigenze e comunque, anche se ci fossero, queste andrebbero utilizzate, ad esempio, privilegiando di più il decoro cittadino a vantaggio quindi di tutti non solo di chi prende il sole in spiaggia.

Come si vede la situazione rimane piuttosto complessa e richiederà una politica turistica di lungo periodo, condivisione ai massimi livelli istituzionali e un contributo degli imprenditori del settore che guardi più al futuro e meno al presente.

Condividi sui social