Concorso fotografico 2023
I Volti del Mare
Memorial Roberto Serra
Le dodici fotografie finaliste
Presidente della giuria
Gustau Navarro
Giurati
Giulia Ceccherelli
Chiara Murru
Nicola Nieddu
Stefano Serra
di Carmelo Murgia.
Nei giorni scorsi il poliedrico attore Ignazio Chessa, insieme a Roberto Bilardi, hanno messo in scena un lavoro teatrale dal titolo FIORI E RICORDI A PUNTA GIGLIO, scritto da Roberto Barbieri che ne ha curato anche la particolare scenografia “d’epoca”.
Nell’opera, Ignazio Chessa interpreta un marinaio, in servizio appunto nella base militare della Marina di Punta Giglio, e che racconta se stesso in una notte di giugno del 1944. Siamo nella fase finale del secondo conflitto mondiale, quando la guerra è ormai passata oltre la Sardegna, lasciando però, in mare come a terra, una tragica scia di morti. Nel lungo monologo, il marinaio racconta degli anni passati su Punta Giglio a scrutare l’orizzonte in attesa dello sbarco delle navi anglo-americane. Sbarco che non avverrà. Un’attesa che gli ricorda il protagonista del romanzo di Buzzati Il deserto dei Tartari.
Ma racconta anche dei due bombardamenti di Alghero del maggio 1943 (esattamente 80 anni fa), del mitragliamento di sei pescatori algheresi e di tanti avieri dell’aeroporto. Il marinaio narrante ricorda anche l’affondamento delle Navi Trieste e Gorizia a Palau e Caprera. Anche di quest’ultimo episodio ricorrono gli 80 anni, e, meglio tardi che mai, proprio qualche settimana fa a Palau hanno calato in mare una statua commemorativa.
Nel monologo c’è anche spazio per raccontare episodi storici di cui fu protagonista la stessa base navale di Punta Giglio, come quando la batteria non sparò a due navi inglesi che si erano avvicinate alla costa e avevano aperto in fuoco per prime. Non colpire le navi fu probabilmente un atto di eroismo da parte dei marinai (pagato con un processo ai comandanti), ma che salvò Alghero da una probabile rappresaglia della flotta inglese. Si racconta di quando, nel cielo rosso del tramonto del 9 settembre 1943, da Punta Giglio videro sfilare verso sud 15 grandi navi militari italiane. Andavano a consegnarsi a Malta, mentre la Nave Roma, era appena stata affondata al largo di Porto Torres, diventando la tomba per otre 1400 marinai.
E si racconta dei disegni fatti dai marinai sui muri della casermetta, ancora oggi presenti, e di un possibile incontro con un curioso Antoine de Saint-Exupery che sale a Punta Giglio e rimane affascinato dalla bellezza selvaggia e solitaria del luogo. Un luogo dove le alte rupi incontrano il mare con le sue grotte e i suoi coralli. Un luogo dove fiorisce il bianco giglio delle rocce e dove allora abitavano cervi, aquile di mare e foche monache. Alla fine del recital, il marinaio attore esprime preoccupazione per il futuro di un luogo tanto bello e fragile, e dubita che gli uomini, sempre bravi a distruggere, sapranno farne buon uso.
L’opera teatrale è stata sponsorizzata dal COMITATO PUNTA GIGLIO LIBERA. Dato il limitato numero di posti de Lo Teatrì, è andata in scena due volte nella stessa serata. Non si escludono future repliche nel geniale spazio di Ignazio Chessa, o forse a Maristella o altrove.
Largo Lo Quarter, Alghero Vecchia, Alghero, Sassari, Sardegna, 07041, Italia
Torre di Sulis, Piazza Vincenzo Sulis, Alghero Vecchia, Alghero, Sassari, Sardegna, 07041, Italia
Torre di Sulis, Piazza Vincenzo Sulis, Alghero Vecchia, Alghero, Sassari, Sardegna, 07041, Italia
MIRAU QUE SEM ANANT I MIRANT
Cançons de festa, sàtira i taverna de l’Alguer
Pubblichiamo questo album per far conoscere ad un pubblico più vasto il repertorio di brani che venivano cantati nelle vecchie osterie di Alghero e che ancora oggi vengono cantati a casa, in occasione delle feste di famiglia e tra amici. Continua la lettura di Mirau que sem anant i mirant
Il 13 agosto 2020 alle ore 19,30 nel giardino della Villa Costantino è stato presentato il volume Ospedali di Alghero dal XVI al XX secolo, realizzato a cura del Gruppo di Studio e Ricerca dell’associazione culturale Tholos. Continua la lettura di Presentazione del libro “Ospedali di Alghero”
di Giovanna Tilocca
Mercoledì 23 settembre 2020 nella Sala delle Conferenze del Qualté di Alghero nell’ambito del Sant Miquel Festival si è tenuta la conferenza di Eugenia Tognotti, Professore Ordinario di Storia della Medicina e Scienze Umane dell’Università di Sassari, su un argomento di grande attualità: la pandemia di Spagnola del 1918 e quella di Covid. L’incontro, inizialmente previsto nel giardino della Villa Costantino, è stato spostato al Qualté a causa del tempo inclemente, che quest’anno purtroppo ha fatto annullare o rinviare le manifestazioni all’aperto del Sant Miquel Festival dedicato al patrono di Alghero che si festeggia il 29 settembre. Per il convegno la Fondazione Alghero ha concesso la Sala e il Comune di Alghero ha dato il suo patrocinio.
L’evento è stato organizzato dall’Associazione Vetera et Nova che ha avuto l’indispensabile collaborazione dell’Associazione Tholos con il presidente Franco Sanna, di L’A Edicions de l’Alguer nella persona di Salvatore Izza, infaticabile organizzatore di numerose riunioni a carattere culturale e musicale dell’estate 2020, e del sito storiedialghero.it creato da Carmelo Murgia e Nino Monti che è stato l’ispiratore del tema in quanto si è occupato della Spagnola fin dalla ricorrenza del centenario della pandemia nell’autunno 2018.
In apertura il pianista M° Adriano Murgia ha eseguito un brano di Beethoven, quindi Salvatore Izza ha presentato la relatrice già nota al pubblico per le numerose pubblicazioni sulle epidemie che si sono succedute nel corso del tempo e in particolare per il volume La Spagnola in Italia. La presidente dell’Associazione Vetera et Nova, Giuliana Ceravola, ha rivolto brevi parole di saluto al pubblico, quindi l’attore Ignazio Chessa ha letto, accompagnato da un appropriato sottofondo musicale, alcune lettere che i testimoni delle stragi operate dalla Spagnola inviavano a familiari che erano emigrati in America. Siccome in quel periodo vi era la censura di guerra e non si potevano diffondere notizie così terribili, la corrispondenza è stata intercettata e conservata nel Reparto censura militare posta estera. Questo materiale si è rivelato un prezioso strumento d’indagine per la prof. Tognotti che ha potuto cogliere le parole di chi stava subendo incredibili e angoscianti situazioni che andavano a toccare nel profondo i sentimenti più radicati dell’animo umano come la pietas verso i defunti, e che a distanza di un secolo riescono ancora a farci provare forti emozioni.
Eugenia Tognotti ha esposto il risultato della sua ricerca condotta principalmente sugli articoli dei quotidiani, delle riviste mediche e su documenti ufficiali delle prefetture e del governo e ha messo in rilievo la scarsità di studi sull’argomento dovuti soprattutto all’oblio di coloro che hanno vissuto quella terribile esperienza.
Tale velo era stato steso da chi, appena uscito da quell’orrendo periodo di guerra e di malattia, desiderava soltanto dimenticare le sofferenze e i lutti subiti fino ai limiti estremi dell’umana sopportazione. Le immagini dei giovani malati che lottavano contro l’invisibile virus che in pochi giorni li portava via, l’agghiacciante ricordo del trasporto frettoloso delle salme che non avevano neppure avuto l’estremo saluto dei familiari, i sensi di colpa per aver assistito impotenti alle tragedie che si compivano inesorabili al loro cospetto, erano troppo difficili da rievocare per i superstiti.
La prof. Tognotti ha dunque dovuto cercare le testimonianze nei trafiletti dei giornali, nei necrologi che diventavano sempre più numerosi di giorno in giorno, nei provvedimenti imposti da sindaci, prefetti e ministri. A scorrerli, ci si accorge che è proprio vero che la storia si ripete. Infatti le raccomandazioni più frequenti riguardavano l’igiene personale, soprattutto delle mani, il distanziamento sociale, la scrupolosa pulizia degli ambienti pubblici. Naturalmente le scuole furono aperte soltanto dopo aver acquisito la certezza che la malattia andava ad esaurirsi e ciò accadde a fine novembre.
Il bilancio della pandemia fu veramente pesante e in Sardegna eguagliò quello della guerra che in quei giorni ebbe il suo epilogo forse anche a causa dell’influenza, dato che la Spagnola aveva colpito gravemente gli eserciti.
Voglio qui rimarcare che la serata, nonostante le avversità meteorologiche e le regole imposte dalla pandemia di Covid che non hanno consentito la partecipazione di tutti coloro che avevano inviato la richiesta, ha avuto un pubblico attento e interessato alla relazione presentata dalla prof. Tognotti con un linguaggio competente e chiaro, corredata da numerose diapositive, e che ha mostrato di apprezzare gli interventi musicali del valente pianista Adriano Murgia e la lettura molto coinvolgente di Ignazio Chessa.
L’incontro è stato filmato e a breve sarà inserito tra le proposte del sito storiedialghero.it.
Conosciamo molto poco i fondali marini, anche quelli del mare davanti a casa nostra dove andiamo a fare il bagno d’estate o a veleggiare o a pescare. Per tante ragioni la Posidonia oceanica ė una pianta marina di grande importanza per il nostro mare e per l’intero Mediterraneo. Ė una pianta sorprendente e con caratteristiche uniche. Ed ė una pianta che ha una lunga e singolare storia da raccontare. Eppure ė conosciuta da tutti ed occupa spesso le pagine dei giornali locali solo per le sue foglie morte che le onde e le mareggiate accumulano sui litorali.
Che cosa è la Meditazione? Continua la lettura di Sapienze d’oriente e d’occidente
Spettacolo teatrale, 20/21 ottobre 2019 al Civico Teatro di Alghero
“Sette donne sole” di Michele Vargiu,
Regia: di Federico Pacifici
Interpreti: Maria Antonietta Caria ed Elisabetta Dettori
Percussionista: Marco Malatesta
Costumi e scenografie: Fabio Loi
Luci: Tony Grandi Continua la lettura di Sette donne sole