Cognomi tedeschi ad Alghero

di Giovanna Tilocca

Basta una rapida osservazione per accorgersi che ad Alghero vi è una gran varietà nelle provenienze dei cognomi. Come in tutte le città di mare, nel corso del tempo, al nostro porto sono arrivati   numerosi mercanti e marinai, soprattutto dalle coste del Tirreno. Oltre a ciò sono venuti da varie località italiane militari, impiegati, insegnanti, funzionari e la nostra città è diventato un vero e proprio campionario dei cognomi della penisola. Alcuni sembrano indicare anche un’origine straniera e in particolare sembrano provenire da territori di lingua tedesca. Per capirne di più cerchiamo di ripercorrere le vicende storiche a partire dal 1700.

Nel 1714 la Spagna, suo malgrado, deve cedere la Sardegna all’Austria. Ciò comporta che nell’Isola arrivino militari e funzionari di quei territori.

Nel 1720 la Sardegna viene assegnata ai Savoia e la presenza dei militari stranieri non diminuisce. L’organizzazione militare sabauda era piuttosto complessa e arruolava militari italiani e stranieri. La fanteria annoverava sei reggimenti svizzeri, quattro reggimenti italiani, tre alemanni e uno misto, composto da militari di diverse nazionalità (tedeschi, svizzeri, olandesi, irlandesi, francesi)[1].

Nel 1780 J. Fuos, il cappellano protestante del reggimento “Real Alemanno”, pubblicò anonime, a Lipsia, delle “Lettere della Sardegna”, nelle quali riportava il luogo comune della scarsa attitudine del soldato sardo alla disciplina militare, affermando che la popolazione non temeva più la guarnigione piemontese da quando i sardi erano stati ammessi nelle truppe di ordinanza[2]. Ciò potrebbe significare che soltanto nella seconda metà del 1700 i sardi furono ammessi come regolari nei reggimenti sabaudi.

Consultando i Quinque Libri della parrocchia di Santa Maria possiamo verificare la presenza di un gran numero di soldati stranieri in città. Vengono dalla Spagna, dalla Gallia o da regioni di lingua tedesca come la Baviera, la Franconia, la Suabia (Svevia), la Sassonia; altri sono austriaci o svizzeri.

Da una prima lettura degli atti parrocchiali si osserva che i militari stranieri sposano in prevalenza donne non sarde. Ho analizzato dieci unioni registrate nel Liber Matrimoniorum tra il 1748 e il 1792 e ho visto che in 3 casi gli sposi sono entrambi tedeschi, in 4 lo sposo è tedesco e la sposa è piemontese, in 2 lo sposo è tedesco e  la sposa è algherese, e infine un tedesco sposa un’algherese figlia di un tedesco. Niente tratteneva i militari quando la loro permanenza non era più motivata dal servizio, e probabilmente cercavano di tornare al loro luogo di origine. E’ significativo il fatto che tra i cresimati non si trovino cognomi stranieri.

I cognomi germanici sono molto presenti nel 1700 e si diradano nel 1800 per sparire nella seconda metà del secolo.

È convinzione abbastanza diffusa che i cognomi Artissunc, Col, Enrico, Sunc e Udank siano di origine alemanna e in effetti alcuni hanno delle finali che sembrerebbero avvalorare erroneamente tale ipotesi. Per verificare queste opinioni  ho cercato nei siti web specializzati la provenienza e la diffusione dei cognomi citati e ho analizzato diversi atti dei Quinque Libri. Vediamo ora i singoli cognomi per trarre poi delle conclusioni finali.

[1]http://www.bandieresabaude.it/Bandiere009.html
[2]https://www.arsmilitaris.org/pubblicazioni/fanteria%20di%20sardegna.pdf

ARTISSUNC

Artissunc inizialmente è Ardisson, ed è un cognome italiano proveniente dalla Liguria e dal Piemonte

Trae origine dal nome personale germanico ardicionus, forte, valoroso[1].

La prima modifica avviene nella vocale o che diventa u, poi compare la c finale che talvolta è seguita dalle lettere h o k.. Da notare che  il cognome viene scritto in vari modi anche per la stessa persona. Cito di seguito alcuni documenti trovati nei Quinque Libri.

Nel maggio 1753 nasce Maria Grazia Innocenza Carta di Pietro Carta e di Mathia Ardissun,

Il 1° giugno 1784 viene cresimata Pasqualina Ardisson figlia di Giovanni Ardisson e di Teresa Serra; lo stesso giorno c’è la trascrizione della cresima di Serafina Artissun figlia di Giovanni Artissun e di Teresa Serra. L’8 ottobre 1808 viene cresimato Giovanni Battista di Antonio Ardissunc. Il 27 giugno 1819 si cresima  Giovanna Artissunc figlia di Salvatore Artissunc e Caterina Rot.

Nel corso del 1800 il cognome si stabilizza in Artissunc/Artissunch.

Altre varianti riscontrate negli atti della parrocchia di Santa Maria sono Ardizzone e Aldisun.

COL

Il cognome Col potrebbe richiamare Kohl, sicuramente tedesco, ma in realtà è originario della Lombardia e oggi è particolarmente diffuso in Piemonte; sembra che inizialmente fosse Colli.

Il 26 settembre 1576 viene battezzata Margherita Agnese figlia di Giuseppe Coll e di Margherita. Manca il cognome della madre perché negli atti di battesimo del 1500 di solito non veniva riportato.

Il 24 gennaio 1727 Domenico Collio è il padrino di battesimo della piccola Giovanna Maria Chirialeison figlia di Antonio Chirialeison e di Caterina Binale.

Ad Alghero è diventato Col, pronunciato con la doppia elle ed era particolarmente presente fino a tutto il 1900 ma oggi è meno frequente.

ENRICO

In effetti ho trovato un Giovanni Enrico di Berlino in Germania sposato con Maria Chiara Vicrel, torinese, genitori di Maria Giuseppa che nasce il 30 maggio 1785.

Però le famiglie Enrico di Alghero hanno origine ligure e piemontese. Il 22 aprile 1777 è citato Giuseppe Enrico padrino con sua moglie Giovanna Maria Alciator.

Il 5 febbraio 1798  Raimondo Enrico (fu Giuseppe Enrico di Genova e della vedova Giovanna Maria Alziator) è padrino insieme a sua madre Giovanna Maria Alziator.

Il cognome è ancora presente in città.

SUNCH

Il cognome Sunch compare più tardi; al momento la più antica citazione trovata è del 12 agosto 1832 e riguarda la madrina di cresima Teresa Sunc. Il 22 settembre 1845 viene battezzato Antonio Pasquale Sunch figlio di Gavino Sunch e di Barbara Meloni. Il 17 novembre 1842 si cresima Efisio figlio di Raffaele Piras e di Francesca Sunc.

Pare che Sunc sia un cognome prettamente algherese e ancora oggi è molto diffuso.

UDANC

Il cognome Udanc/Udanch/Udank sembrerebbe originario della Germania. Un discendente ha fatto approfondite ricerche e ha trovato il capostipite arrivato ad Alghero da Asti. Nel Liber Matrimoniorum si legge che Giovanni Secondo Tommaso Audan, proveniente da Asti, si è sposato in cattedrale il 5 maggio 1785 con Maria Teresa Porcu. Ulteriori ricerche hanno dato l’informazione che Giovanni Secondo era stato preceduto dal suo fratello maggiore Giovanni Audan che nel 1780 aveva sposato ad Alghero la vedova Emanuela Graziani.

La discendenza di Giovanni Secondo si può seguire agevolmente mentre quella di Giovanni si interrompe nel 1784 con la nascita della seconda  figlia della quale si ha notizia, Antonia Giovanna Maria Caterina. La prima figlia è Rosa Maria nata nel 1782 e la ritroviamo madrina della sua nipote Rosa Audan Porcu nel 1805.

[1]  https://www.heraldrysinstitute.com/lang/it/origine/idc/Ardisson/?search=Ardisson&cache=1&search_lastname=1

Giovanni Secondo Audan e Maria Teresa Porcu hanno avuto tre figli maschi e tre femmine. Nei vent’anni intercorsi tra la nascita del primogenito e l’arrivo dell’ultimogenita il cognome, è diventato Audanc e infine Udanc. Altre modifiche si sono presentate nell’Ottocento: Udran, Uldanc, Uddanch. Nel Novecento la pronuncia si è stabilizzata in Udanc mentre la trascrizione può avere differenti finali: c, ch,ck, k.

Non si sa quale sia stata l’occupazione dei fratelli Giovanni e Giovanni Secondo Audan. Tra i discendenti ho trovato un agricoltore e un bracciante.

Per quanto riguarda l’origine del cognome, attestato fin dal 1600 in Francia[1], potrebbe avere attinenza con il laghetto Audan del Canton Ticino in Svizzera.

Il cognome Udanc è tuttora presente in città.

Dopo aver parlato dei cognomi non posso fare a meno di ricordare che nella parlata algherese si tende a dare il finale ch a molti nomi. Faccio degli esempi. Giuseppino diventa Giusepinch, Peppino è Pepinch, Santino è Santinch, e Carlino è Carlinch; troviamo la località di Barranch e il soprannome Putranch.

Carrion, cognome di una antica famiglia nobile di Alghero di origine andalusa, diventa Carriunch in un modo di dire. Secondo quanto ricorda Antonio Serra, suo nonno raccontava che quando si voleva ironizzare sulle origini di una persona particolarmente vanitosa, si diceva: Selt che es de la famiria de Carriunch.

In città erano molto comuni anche il cognome Sarbunch (inzialmente Sarbun), e Martigliunc, derivante da Martillon, entrambi estinti agli inizi del Novecento.

Nei cognomi esaminati le finali an, son, un, hanno preso il ch e la trasformazione è evidente nei documenti della parrocchia di Santa Maria.

C’è la certezza di due cognomi tedeschi presenti ad Alghero fino al 1900: Frank e  Roth.

FRANK

Il cognome Frank che troviamo ad Alghero è forse di antica origine germanica ed è attestato in Catalogna da alcune generazioni. Giovanni Giuseppe Frank, nasce ad Alghero il 19 marzo 1830, giorno di San Giuseppe, da Salvatore Antonio e da Giovanna Tedde. Era uno stimato insegnante che fu particolarmente attivo nel recupero dei rapporti tra Alghero e la Catalogna diventando un valido collaboratore di Eduard Toda[2]. Anche il suo cognome viene scritto in vari modi, e nel battesimo è Franc. Credo che il cognome Frank  non sia più presente nella nostra città.

ROTH

Roth è un cognome tedesco molto diffuso in Germania e  in varie parti del mondo e significa rosso. Ricordo che Rossi è il cognome più presente in Italia.

Cercherò di seguire il percorso dei Roth fin dal loro arrivo.

Il capostipite è Giorgio Roth e sua moglie è algherese, di provenienza meridionale (Puglia e Sicilia).

Il 6 agosto 1748 nasce ad Alghero Francesca Maria Giuseppa Roth di Giorgio Roth di Hermannstadt in Transilvania (Romania), attuale Sibiu,  e di Maria Agostina Caradonna. Sono suoi padrini Giuseppe Albertas di Alessandria e Geltrude de Lilla di Licandorf.

Non ho trovato il matrimonio Roth-Caradonna e ho indicato come data possibile il 1747, l’anno precedente il battesimo della figlia.

La lettura degli atti di battesimo dei figli di Giorgio Roth fornisce interessanti informazioni.

Tra i padrini troviamo tedeschi, francesi, italiani e nessun sardo. Questo rafforza l’idea che Giorgio Roth sia un militare e sceglie i padrini tra i commilitoni. C’è anche un napoletano, probabilmente legato a Maria Agostina Caradonna, algherese di nascita ma originaria dell’Italia Meridionale.

[1]https://it.geneanet.org/cognomi/AUDAN
[2]B. Sechi Copello, Conchiglie sotto rami di Corallo, Alghero, Ed. del Sole, 1987

Occorrerebbe fare ulteriori ricerche in Archivio Diocesano per trovare una continuità nella discendenza di Giorgio. Infatti non abbiamo gli atti di battesimo di Maria Antonia e di Giovanni Battista e non c’è la certezza che siano suoi figli, anche se ci sono ottime probabilità che lo siano. C’è da osservare che i nomi Giorgio e Maria Agostina spariscono nelle successive famiglie mentre si ripete costantemente il nome Felice.

Tra il 1773 e il 1888 ho ricostruito 17 famiglie Roth. Dal 1866 conosciamo anche alcune attività svolte dai capifamiglia. Nel 1866 troviamo Raffaele Roth agricoltore, nel 1869 Domenico scarparo, nel 1870 Antonio Giuseppe pescatore, nel 1873 Pasquale pescatore, nel 1873 Francesco anche lui pescatore. Nel 1876 Felicino, proprietario/impiegato, sposa Nicoletta d’Alessio.

Per capire qual è la posizione sociale di una famiglia può aiutare la verifica dell’appartenenza sociale dei padrini e si può dire che i cognomi dei padrini scelti dai Roth in alcuni casi appartengono alla borghesia cittadina. Un altro parametro, forse più attendibile, è la frequenza con la quale le persone vengono nominate come padrini o testi di nozze presso altre famiglie. Non ho trovato Roth scelti per tali funzioni e questo può significare che le loro non erano famiglie “in vista”.

Ora vedremo come con Felice Roth e Rosa Chessa la situazione cambia e appare migliorata. Non sono riuscita a ricostruire l’ascendenza di Felice e non ho trovato il suo matrimonio. Il primo documento è l’atto di battesimo del suo secondogenito, Sebastiano Stanislao nato il 22 febbraio 1822. I suoi padrini sono Stanislao Sinis e Teresa Galesio, entrambi appartenenti alla borghesia algherese. Felice fa il pescatore e dobbiamo pensare che abbia una situazione economica discreta se fa studiare i suoi due figli maschi che vengono sostenuti nel loro percorso anche da borse di studio. Francesco diventa teologo, è un attivo e battagliero membro del consiglio Comunale Algherese del quale è vicesindaco, e della Congregazione di Carità, e infine ricopre la carica di preside del Ginnasio. Sebastiano diventa medico; anche lui si dedica alla politica, sarà consigliere comunale e provinciale e avrà come obiettivo quello di ottenere provvedimenti a favore delle classi meno agiate. La sua breve e molto intensa vita si conclude a soli 38 anni ma si è già distinto per l’impegno civile e politico. Alla sua morte il Consiglio Comunale partecipa al lutto della famiglia e il 13 novembre 1860 lo ricorda “Caro alla Patria, alla quale è mancato uno dei suoi più splendidi ingegni, Ornamento della rappresentanza Municipale in cui lasciò un vuoto altamente sentito”[1].

A 31 anni Sebastiano si era sposato con Paolica Satta Pagliochini, più grande di lui di circa sei anni,  con una discreta posizione economica in quanto futura erede di sua zia Agnese Pagliochini vedova Canu, proprietaria di alcuni immobili.

Dall’unione erano nati quattro figli: Felice che resta ad Alghero e diventa impiegato; Nicola Antonio, ingegnere, che muore a Palermo; Angelo, medico, che muore a Sassari, e Barbara che muore prima dei 25 anni.

Alla morte di suo padre, Felice ha nove anni, Nicola Antonio ne ha sette, Angelo cinque e Barbara tre. Sarà lo zio Francesco a prendersi cura della loro formazione e a seguirli nel percorso scolastico. Angelo ottiene una borsa di studio per iscriversi nella facoltà di medicina a Torino e sua madre Paola Satta si indebita[1] dando in garanzia gli immobili ricevuti in eredità da sua madre e da sua zia, morte di colera nell’estate del 1855[2]. Anche suo zio Francesco Roth mette l’ipoteca sui suoi beni. Infatti oltre a mantenersi agli studi Angelo deve versare la somma di £ 600 per poter differire il servizio militare, versamento già effettuato da suo fratello Nicolino[3] l’anno precedente per poter frequentare la Regia Scuola di Ingegneria di Torino. Paola Satta condivide con loro il periodo piemontese che nel ricordo di Angelo fu molto duro, ma valse a dare loro la possibilità di «procacciarsi collo studio il mezzo riparatore alla miseria da cui erano minacciati»[4]. Angelo Roth è stato molto importante per Alghero. Medico chirurgo, Rettore dell’Ateneo turritano, si è sempre interessato della sua città anche se viveva a Sassari. Vi passava le vacanze e dobbiamo a lui se nel 1912 mediante l’acquedotto di Briai Alghero ha avuto l’acqua corrente.

Da lui prende il nome una via secondaria tra la Via Nuoro e la Via Giuseppe Verdi, e l’Istituto Tecnico è intitolato a lui.

Credo che oggi non ci siano più famiglie Roth ad Alghero.

[1]M. Sechi Nuvole, L'estate del colera, Edicions de l'Alguer, 2020, Vol. III, pp. 182- 183
[2]M. Sechi Nuvole, L'estate del colera, Edicions de l'Alguer, 2020
[3]Ivi, p. 174
[4]Ivi, p. 182
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