Tore Burruni

il mito del pugilato algherese

di Nino Monti

Tore Burruni (foto da web)

Erano i favolosi anni sessanta: la musica dei Beatles e dei Rolling Stones, gli anni del miracolo economico, dei grandi miti dello sport,  degli stadi che non si riempivano solo con le grandi squadre di calcio, ma anche per il pugilato che in quegli anni godeva di una popolarità enorme.

Anche per la boxe di Alghero quegli anni furono a dir poco straordinari.

Nella palestra di piazza San Michele, al piano terra dell’attuale museo archeologico, grazie al grande maestro Franco Mulas il pugilato catalano raggiunse traguardi di assoluto livello mondiale.

In quegli anni furono molti i pugili algheresi che si fecero onore: in tanti ricorderanno Andreino Silanos (campione italiano pesi piuma nel 1964), Paolo Spinetti (medaglia d’oro a Mosca nel 1957 nei Festival internazionale della gioventù), Carmelo Chessa e altri ancora.

Ma la vera star, l’autentico fuoriclasse, è stato Salvatore Burruni, per tutti Tore.

(foto da web)

Personaggio popolarissimo che quando combatteva riempiva pagine e pagine nei quotidiani sardi e nazionali e otteneva anche grande risalto nei prestigiosi magazine americani The ring e Boxing illustrated; Tore Burruni godeva insomma di una fama non inferiore a quella dei Del Piero e Totti dei giorni d’oggi.

Chi scrive, allora studente delle superiori, ha avuto il privilegio di “conoscere” Tore, non solo per averlo visto mentre si allenava (chiunque, purché non disturbasse, poteva entrare nella palestra e vedere il maestro Mulas e i suoi allievi) ma anche per averlo visto combattere nella palestra delle scuole elementari (oggi piazza dei mercati), da classico “portoghese” dopo aver scavalcato, con una certa “destrezza”, il muro di recinzione con gli amici.

Nel 1964, qualche mese prima della conquista del titolo mondiale, ho telefonato a casa Burruni chiedendo se potevo intervistalo come redattore del giornalino scolastico dell’Istituto Tecnico Ragionieri di Alghero, “L’urlo del Tecnico”.
Un po’ sorpreso dalla “caratura” dell’intervistatore e dal “prestigio” della testata, il nostro Tore acconsentì e mi invitò a casa sua per l’intervista.

Un po’ emozionati per l’onore che ci aveva riservato (ricordo che Burruni era già stato pluricampione italiano dei pesi mosca e campione europeo in carica), in compagnia dell’amico Pino Saiu, siamo andati a trovarlo.

Siamo stati accolti nel salotto buono e da uomo semplice com’era, ci ha messo subito a nostro agio e, dopo i soliti convenevoli e l’offerta di un buon caffè, siamo passati all’intervista, con il piglio, manco a dirlo, dei giornalisti affermati.

Grazie all’amica Anna Maria Idili che ha conservato miracolosamente una copia del giornalino abbiamo la possibilità di pubblicare l’intervista, anzi lo scoop di 54 anni fa.

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Come vedete si è trattato di una intervista semplice, qualitativamente in linea con lo spessore professionale degli intervistatori che, completati gli altri servizi del giornalino, passarono rapidamente alla stampa utilizzando il leggendario ciclostile (attrezzo ai più sconosciuto).

Bei tempi, noi ci siamo divertiti molto, ma siamo certi che anche il grande Tore, da lassù, ricordi ancora “l’evento” con un simpatico, amichevole sorriso.


Com’è noto Burruni conquistò il titolo mondiale a Roma contro il thailandese Pone Kingpetch, il 23 aprile 1965, quinto italiano di sempre, dopo Carnera, D’Agata, Loi e Mazzinghi, a indossare la cintura mondiale
L’intera città di Alghero potè assistere all’incontro grazie alla trasmissione televisiva RAI. Alla fine tutti gli algheresi scesero in piazza festeggiando come neanche per la vittoria del campionato del mondo di calcio del 1982 avevano fatto.

Alghero in festa dopo la vittoria di Burruni (foto da Web)

L’urlo del Tecnico ebbe vita breve: il primo numero fu anche l’ultimo; conteneva infatti troppi sfottò (alcuni esageratamente pesanti) verso alunni e professori.
Per quanto i servizi non fossero firmati (la prudenza non è mai troppa), l’anonimato andò a farsi benedire presto, costringendoci a rinunciare a una sfolgorante carriera giornalistica.

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