Luigi Zagati, una vita di immersioni subacquee

di Roberto Barbieri

Se il sogno di volare in libertà per i cieli si concretizza solo con la macchina volante dei fratelli Wright (1903), il sogno, altrettanto fantastico, di nuotare come i pesci sotto la superficie del mare diventa realtà solo con l’invenzione di un apposito respiratore automatico di aria compressa. E’ l’erogatore Aqua Lung di Cousteau-Gagnan (1943).

Da quel momento in Italia nascono i primi appassionati di immersioni subacquee, le prime fabbriche di attrezzature sub (Cressi, Mares, Techisub,…) e la prima scuola per sommozzatori sportivi, fondata a Nervi da Duilio Marcante (1959). Nascono anche i primi club sportivi subacquei che afferiscono alla FIPS (la federazione nazionale di pesca sportiva). Le città più attive nelle nuove discipline subacquee sono Genova, Napoli, Milano, Roma e Torino.

Luigi Zagati nasce a Torino nel 1947 e già da piccolo, sentendo parlare delle imprese dei pionieri italiani della Subacquea, si appassiona a questa nuova frontiera ancora tutta da vivere ed esplorare.

Il suo nome, collegato con un circolo subacqueo torinese, è già citato in un breve articolo di Mondo Sommerso (ottobre 1963).

Giovanissimo, nel 1966 e poi nel 1969, consegue i mitici Brevetti di Sommozzatore di I e di II grado FIPS (Federazione Italiana Pesca Sportiva), presso la scuola subacquea di Torino. Il presidente della commissione esaminatrice è nientemeno che Luigi Ferraro. Qualche lettore si chiederà, chi è costui? Ferraro è stato un eroe incursore subacqueo della seconda guerra mondiale, quello che, nel mare di Alessandretta (Turchia), si immergeva di notte per andare a posizionare cariche esplosive sotto alle navi nemiche. Faceva parte di un gruppo scelto di sommozzatori della nostra Marina Militare che non aveva uguali al Mondo.

Nel 1966 riuscire a conseguire un brevetto subacqueo sportivo non era semplice come oggi (due lezioni in piscina, due in mare e via, ecco il brevetto). Bisognava conquistarselo con mesi di sfiancanti esercizi in piscina e poi con svariate immersioni in mare (di solito in Liguria).

Ma a Luigi Zagati, conquistati i brevetti, le immersioni in laghetti e fiumi o nel freddo Mar Ligure non bastavano, e ben presto scoprirà gli straordinari fondali di Capo Caccia. Nasce così un forte amore per Alghero e per il suo mare. Un legame che durerà tutta la vita tanto che oggi, dinamico pensionato, si è trasferito definitivamente, con la moglie Lucia, in una tranquilla casetta della campagna algherese.

Negli anni ’70 i fondali e le grotte sommerse di Capo Caccia e Punta Giglio erano un incontaminato paradiso di biodiversità e di bellissimi panorami sottomarini. E in conseguenza del nascente boom turistico di Alghero, con alberghi costieri, discoteche, motoscafi, sci nautico e spiagge affollate, si stava affermando timidamente anche la nuova attività dell’escursionismo subacqueo.

Capo Caccia 1975, in piedi Paolo Curto

Nel 1975, Paolo Curto, di origine istriana e abitante a Fertilia, crea uno dei primissimi centri di immersione (diving in inglese) della costa algherese, presso l’Euro Hotel Capo Caccia. Ma, già affermato fotografo subacqueo, Paolo ha molti impegni all’estero (una spedizione con Bruno Vailati e servizi fotografici in vari mari tropicali), pertanto affida la conduzione del centro di immersione a Luigi, che aveva conosciuto a Torino durante un congresso di subacquei. L’attività funziona e i fondali di Capo Caccia si aprono così al nascente turismo subacqueo. L’anno seguente, visto il successo dell’estate ’75, il centro di immersione affidato a Luigi si sposterà presso il Camping Calich e continuerà l’attività.

Negli anni seguenti Paolo Curto diventerà uno dei più bravi e famosi fotografi subacquei al Mondo. Le sue foto subacquee e i suoi articoli saranno pubblicati sulle più importanti riviste nazionali ed internazionali del settore, tra cui il nostro mitico mensile Mondo Sommerso. Oggi Paolo, trasferitosi in Costa Smeralda, ha aggiunto alla fotografia la passione per la pittura e dipinge fondali marini.

Sono gli anni in cui si perfezionano le attrezzature subacquee, in cui Alghero diventa un importante centro per la pesca subacquea del corallo rosso, in cui nascono concorsi e manifestazioni di fotografia subacquea come, sempre ad Alghero, il Nettuno d’Oro. Arrivano perciò, per immergersi nel mare di Capo Caccia, molti subacquei famosi. Come ad esempio Jaques Mayol, impegnato in quegli anni nella sfida dei record di apnea con Enzo Maiorca, e che Luigi porterà sott’acqua a visitare le grotte sommerse della costa algherese.

Si evolvono intanto le attrezzature subacquee. I primi erogatori monostadio lasciano il passo ai più sicuri e leggeri erogatori bistadio. Le mute in neoprene diventano più comode e calde. Nasce il giubbotto gonfiabile per variare l’assetto idrostatico. Nasce il computer subacqueo da polso, utilissimo per calcolare automaticamente i tempi di decompressione in risalita. Si perfezionano sempre più le fotocamere anfibie, i flash e le scafandrature per macchine fotografiche e videocamere.

Luigi vive quindi la sua passione con mille immersioni nel mare della Sardegna, ma anche con qualche viaggio nelle calde acque del Mar Rosso. Abbandona il fucile subacqueo e lo sostituisce la fotocamera subacquea. E mentre le attrezzature di immersione di evolvono, inizia a collezionare queste stesse attrezzature che piano piano diventano parte della storia della Subacquea.

E’ grande amico di Bruno Cirio, anche lui torinese nonché figlio di Filippo Cirio (altro pioniere della Subacquea), fabbricanti di attrezzature subacquee e in particolare di erogatori, illuminatori subacquei e custodie per cineprese e macchine fotografiche.

Oggi, Luigi Zagati, dopo tanta passione per il mare e ben 60 anni di immersioni (che ancora compie regolarmente) ha realizzato nella sua casa di Alghero un vero e proprio museo delle attrezzature subacquee d’epoca. Si tratta di una delle collezioni più importanti d’Italia.

E’ un piacere poter visitare l’esposizione, pur negli spazi ormai diventati ristretti per in grande numero di oggetti presenti, mentre Luigi stesso illustra le varie vetrine traboccanti di storia subacquea. Tra i pezzi più importanti alcuni rarissimi erogatori anni ’50 e ’60, tra cui l’Explorer fabbricato dalla Pirelli o il Super Abissal della Cirio Sub. Tantissimi modelli di pinne, di maschere, di profondimetri o di decompressimetri. E poi le bombole Aralù di alluminio o il mitico Raid della Techisub, quello carenato in vetroresina gialla e che si vede anche nei film di Cousteau.

Di grande importanza storica sono alcuni autorespiratori a ossigeno (ARO), costituiti da un sacco polmone in gomma, una o due piccole bombole di ossigeno puro, un tubo per la respirazione e un filtro interno per trattenere la CO2 espirata dal subacqueo. Nella collezione ci sono ARO sia di uso civile che militare. Questi ultimi sono gli apparati usati da uomini come Ferraro, Teseo Tesei e Luigi Durand de la Penne, i nostri incursori subacquei nella seconda guerra mondiale.

Ci sono inoltre bellissime scafandrature per cineprese e macchine fotografiche tra cui la famosa Rolleimarin, progettata dal grande fotografo Hans Hass per inserirvi all’interno la Rolleiflex.

Tra le fotocamere anfibie, nate per l’uso subacqueo, non potevano mancare i vari modelli della Nikonos, e soprattutto il primo modello in assoluto, la Calypso (ideata dal grande Cousteau).

Un Museo quindi di grande valore storico e culturale, che Luigi renderebbe volentieri pubblico se solo la città di Alghero si decidesse a realizzare l’annoso progetto di creare un grande Museo del Mare e della Marineria.

Attualmente questa straordinaria collezione è visitabile privatamente e a titolo assolutamente gratuito. E’ aperta a tutti gli amici subacquei e a tutti coloro che vogliono vedere da vicino le attrezzature che permisero la grande avventura della scoperta subacquea del mare.

Luigi sarà lieto di descrivere gli oggetti della sua straordinaria collezione e di raccontare la passione di una vita.


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