Il Capitano Emilio Lussu

Il mio eroe omerico

di Andrea Saba

Per me era un eroe come Ettore e Ulisse. Da ragazzino, negli anni trenta e durante la guerra, stavo ore ad ascoltare i racconti di mio padre e soprattutto mio zio Michele Saba facevano intorno all’eroe, al capitano decorato della Brigata Sassari, al combattente antifascista e all’amico.
Gli antifascisti sassaresi si riunivano spesso ed amavano rievocare e ricordare i loro amici più amati, nessuno era come Lussu.

Con zio Michele, erano stati insieme nel movimento interventista, poi in guerra per anni, ed erano legati dal vincolo dell’antifascismo più deciso e impegnato.
Ma la riconoscenza di Lussu verso Michele Saba era dovuta al fatto che, all’inizio degli anni trenta, Lussu aveva dovuto affrontare una difficile operazione chirurgica ai polmoni in Svizzera (durante la convalescenza scrisse Un anno sull’Altipiano il capolavoro dei libri sulla orribile guerra mondiale).
Aveva un disperato bisogno di soldi. Tutti gli esiliati del fascismo vivevano in condizioni economiche quasi disperate. Allora Michele aveva organizzato una colletta fra gli antifascisti sardi per aiutare l’eroe Emilio Lussu. Ma qualcuno dell’OVRA, lo spionaggio fascista, denunciò Michele Saba che fu arrestato una mattina all’alba e trasferito a Regina Cieli dove passò alcuni anni.

Michele Saba (1892-1957), avvocato, giornalista, repubblicano e antifascista.

Successivamente lo incontrai che ero ormai uno studente universitario, ma ero ancora molto emozionato. Era venuto apposta a Sassari per visitare il suo caro amico Michele gravemente ammalato. Stava seduto presso il letto del malato e ricordavano la guerra, la malvagità dei generali, l’eroismo dei fanti e gli amici morti, e poi il fascismo, l’esilio, il carcere. Io stavo felicemente seduto su uno sgabello in tacito ascolto.

Era un narratore meraviglioso, ricco di immagini e paragoni, Zio Michele lo stimolava”Emì, raccontagli ai ragazzi la volta del fascista a Cagliari così si fanno un’idea de quello che abbiamo passato”. “Avevo iniziato a lavorare nel mio studio legale in piazza Martiri al primo piano e una banda di delinquenti fascisti tentavano di assalirmi gridando “morte a Lussu”. Allora mi sono affacciato al balcone e ho detto : poi mi farete a pezzi, ma il primo che tenta di salire lo faccio secco, uno ci ha provato e gli ho sparato in bocca. Gli altri sono fuggiti tutti e stanno ancora correndo. Però al processo mi hanno assolto, ma il regime mi ha spedito in esilio a Lipari, da dove però siamo fuggiti con Carlo Rosselli e Francesco Nitti, una operazione fantastica ed un duro colpo al fascismo che si credeva invincibile”.

Allora gli ho proposto di fare una conferenza all’università; mi rispose di si che gli interessava molto incontrare i giovani sardi. Il giorno dopo eravamo tutti nell’aula magna in frenetica attesa.
“Ne ho passate tante che mi sembra di avere vissuto per cinquecento anni. Dopo il liceo ho vinto una borsa di studio del comune di Torino a favore di tre studenti sardi bravi. La abbiamo vinta Gramsci, Togliatti ed io-mica male come gruppo. Era la prima volta che vedevo la pianura padana e dal treno vedevo quelle belle vacche bianche e nere e mi si svegliava l’istinto atavico del ladro di bestiame, perché il sardo è un ladro di bestiame. (in evidente tono semiserio). Infatti in guerra quando dovevamo attaccare una trincea nemica, io sceglievo quelle dove, oltre la trincea, si vedevano pascolare vacche e vitelli. I fanti attaccavano gli austriaci alla baionetta, ma un gruppo andava oltre e catturava qualche vacca che po veniva arrostita per festeggiare la vittoria.La fuga da Lipari era stata organizzata da Ferruccio Parri e dagli altri esuli antifascisti. Un motoscafo velocissimo doveva venire a prenderci in mare dove ci siamo gettati prima del controllo serale. Ma è arrivato in ritardo e siamo stati in acqua quattro ore ed io mi sono preso una polmonite che poi è diventata una tubercolosi e mi hanno operato nell’ospedale di Zurigo. Ma per il fascismo e il suo duce è stata un beffa storica.. Ne hanno parlato tutti i giornali europei!
Rimase due ore rispondendo felice alle domande degli studenti. Anche noi eravamo felici di aver conosciuto finalmente il mito della nostra giovinezza: il capitano Emilio Lussu!

Emilio Lussu sfila con la Brigata Sassari a Vicenza dopo la battaglia dei Tre Monti

Lo ho incontrato ancora la congresso socialista di Napoli, credo nel 1964, aveva deciso di ritirarsi dalla politica perché non era d’accordo che il PSI dovesse entrare nel governo con la DC. “vi vedo-disse riivolto alla direzione del partito come una carovana che si inoltra nel deserto di sabbie mobili. In testa, su un cammello, il compagno Nenni con un turbante bianco”. E si girava per fissare Nenni. “dietro, in fila indiana tutti col turbante i compagni De Martino, Pertini, Mancini. A sinistra, su una duna, ieratico e solitario, su un dromedario, il compagno Lombardi”.
Preciso! Riccardo, alto, serio ed un po’ curvo sembrava proprio un dromedario.


Un mese fa, in occasione della ricorrenza dei 100 anni della fine della Prima Guerra Mondiale, avevo chiesto al prof. Andrea Saba, noto economista e persona amabile, una nota sul leggendario Capitano Emilio Lussu, stimato amico di famiglia dei Saba.
Oggi, come da programma, abbiamo pubblicato quella testimonianza, in un contesto però che mai avremmo immaginato.
Il prof. Saba, l’amico Andrea,  ha abbandonato questo mondo venerdì scorso, lasciandoci increduli e costernati.

Ciao Andrea, rimarrai sempre nei nostri pensieri.

Nino Monti

 

Condividi sui social