Angelo Roth, Algherese illustre

di Pere Lluís Alvau

Comincerò col dire che la città di Alghero molto spesso è stata e continua ad essere una madre ingrata nei confronti dei suoi figli, compresi quelli illustri.

Questo aspetto caratteriale, che talvolta rasenta l’indolenza, emerge nei confronti proprio di personalità insigni che spesso vengono celebrate fuori dalla nostra città ed ignorate o quasi da noi algheresi.

Non si ha coscienza e troppo spesso neanche conoscenza delle figure che con la loro opera hanno dato lustro ad Alghero. Di molti personaggi è conosciuto a malapena il nome, ignorando se gli stessi fossero letterati o scienziati, piuttosto che religiosi o artisti. Tanti algheresi ignorano inoltre il periodo storico in cui sono vissuti i personaggi più illustri. Credo che una maggiore attenzione per la storia locale e per i  personaggi che ne sono stati protagonisti o comprimari possa stimolare quel pizzico di sano campanilismo del tutto assente nella nostra città. Ritengo che un ruolo determinante in questo campo possa essere svolto dalla scuola, fin dai primi anni della materna sino ad arrivare agli ultimi anni delle medie superiori. Ma anche le associazioni culturali e professionali, i club service e gli intellettuali in genere, oltre che la pubblica amministrazione hanno il dovere di promuovere (nei limiti e talvolta evidenti limitate capacità di ogni singola entità) iniziative tendenti a valorizzare la memoria storica del proprio territorio e degli antenati illustri.

Venendo ad Angelo Roth diremo subito che questa figura ha subìto destini alterni circa la sua popolarità in vita e la successiva memoria dei posteri.

Pur essendo vissuto in epoca contemporanea, ancor oggi in pubblicazioni recenti si continua a riportare erroneamente la sua data di nascita.

Una peraltro pregevole biografia stilata dal compianto Beppe Sechi Copello, inciampando sulle generalità paterne e materne, lo vuole nato nel dicembre del 1853, anticipandone i natali di quasi tredici mesi.

Non è possibile consultare gli atti dello Stato Civile, con i relativi registri di nascita, in quanto lo stesso è stato istituito dallo Stato Italiano unitario soltanto nel 1866.

Le uniche fonti certe ed inequivocabili sono a questo punto i registri di battesimo conservati nell’Archivio Storico Diocesano di Alghero, dai quali risulta che Angelo Roth, figlio di Sebastiano e di Paola Satta, è nato nella nostra città il 1° gennaio 1855 e fu battezzato due giorni dopo, ovvero il 3 gennaio 1855.

Dagli stessi registri si evince che Angelo Roth aveva altri due fratelli più anziani di lui (Felicino e Nicola Antonio, nati rispettivamente nel 1851 e 1853) ed una sorella più giovane (Barbara nata nel 1857).

Da un registro del vecchio catasto, datato 1852 e conservato nell’Archivio Storico del Comune di Alghero, ricaviamo che la famiglia Roth-Satta viveva in contrada Calabragas, l’attuale vicolo Serra che collega via Roma a piazza Civica. La famiglia abitava in una palazzina di tre piani di proprietà di Angelica Pagliochini, nubile e zia materna di Paola Satta madre di Angelo. Angelica Pagliochini era sorella di Agnese Pagliochini, ved. Satta, nonna materna di Angelo.

Negli appartamenti dislocati (sarebbe più appropriato dire nelle stanze dislocate) nel 2° e 3° piano convivevano in un unico nucleo familiare anche queste due anziane signore, oltre allo zio materno Filippo Satta, (di 25 anni nel 1852), indicato come chierico e la giovane Filomena Palomba di tredici anni, domestica.

Il padre di Angelo, Sebastiano, era medico; alcune osservazioni legate a relative deduzioni ci permettono di asserire che la famiglia non fosse di condizioni agiate.

Sebastiano Roth era sicuramente diventato medico per vocazione e svolgeva la sua professione-missione a favore delle classi sociali più umili, non portando a casa -di conseguenza- lauti guadagni.  

Per molti anni Sebastiano Roth ricoprì la carica di vicesindaco della città di Alghero, mantenendola fino alla sua prematura morte avvenuta, nel 1860, a soli trentotto anni, quando Angelo ne aveva appena cinque.

Era come si suol dire il medico dei poveri, come pochi altri suoi colleghi si distinsero nella stessa missione nei decenni successivi e la memoria popolare ancora li celebra.

Nel 1847, otto anni prima che nascesse il suo terzogenito Angelo, Sebastià Roth prese parte ad una campagna di scavi semiclandestini organizzati dal canonico Francesco Cugia. Questa campagna, che è eufemistico definirla semiclandestina in quanto buona parte degli algheresi di allora ne era a conoscenza, era finalizzata al ritrovamento di un ipotetico tesoro nascosto dagli ebrei in fuga da Alghero nel 1492 e che si supponeva dovesse trovarsi nella chiesetta diroccata di Santa Croce (ubicata nell’attuale omonima piazza), edificata a suo tempo sopra l’antica sinagoga. Questa storia è stata ben parodiata negli anni ’40 del XX secolo dalla famosa commedia Lu Sidaru di Gavino Ballero, riproposta negli anni ’70 ed anche successivamente.

Non va trascurato inoltre che ad Angelo Roth era stato dato lo stesso nome della sorella della nonna, quella Angelica Pagliochini nubile e proprietaria della palazzina di contrada Calabragas, dove il Roth appunto era nato e unitamente ai genitori aveva convissuto con la stessa nei primissimi anni dell’infanzia. Probabilmente era stato questo un atto di affetto nei confronti della zia Angelica, con la probabile speranza di carpirne la futura riconoscenza. Non abbiamo comunque conferme al riguardo.

Angelo, come già detto, rimase orfano di padre in tenera età. Si fece carico della sua educazione lo zio paterno Francesco, teologo e canonico della Cattedrale di Alghero.

Terminati gli studi ginnasiali ad Alghero e quelli liceali a Sassari, Angelo Roth si trasferisce a Torino, dove aveva ottenuto per concorso uno dei posti gratuiti nel Collegio delle Provincie, per intraprendere gli studi universitari in medicina e chirurgia.

immagine da web

Dirò soltanto che quelli furono anni duri e che il giovane Angelo divise quelle sofferenze e ristrettezze economiche con la madre Paola che amorevolmente gli stette vicino fino alla laurea.

L’esempio paterno di umanità nei confronti dei meno abbienti e le condizioni disagiate patite durante gli anni dell’università marcarono decisamente la formazione etica e morale di Angelo Roth.

Negli anni in cui svolse la sua attività scientifica ed accademica il Prof. Roth si dedicò anche all’attività politica con la stessa profusione di umanità e di motivazioni sociali con cui aveva abbracciato la medicina.

Pur rispettoso del regime monarchico vigente all’epoca, fu un convinto repubblicano aderente alla sinistra radicale.

Nei primissimi anni del Novecento fu consigliere comunale ed assessore del Comune di Sassari.

Nel 1904 fu popolarmente proposto alla candidatura per il Parlamento (oggi diremmo che vinse le primarie), ma giochi di palazzo favorirono la candidatura e l’elezione del deputato uscente, nonostante questi fosse riluttante.

Fu eletto deputato nel 1909 e sedette in Parlamento per due legislature. L’elezione di Roth nel 1909 segnò anche dei momenti di tensione. Subito dopo lo scrutinio e l’esito della votazione, del quale all’epoca si veniva a conoscenza in tempi ragionevoli, ovvero in giornata, avuta notizia ufficiale dell’elezione del professore algherese si sviluppò per le strade una spontanea festa popolare. Le cronache dicono che quella festa popolare fu male interpretata dalle forze dell’ordine, ma oggi possiamo serenamente ed obiettivamente affermare che più che male interpretata probabilmente fu mal digerita non solo la festa ma soprattutto l’elezione del candidato progressista.

Ci furono dei tafferugli con i soldati di fanteria, garanti in quell’occasione dell’ordine pubblico, i quali arrivarono anche a sparare eseguendo gli ordini  di uno zelante ufficiale che evidentemente voleva ben figurare agli occhi dell’ala elettorale conservatrice. Ci furono alcuni feriti da ambo le parti curati, si dice, in maniera discriminante presso il locale ospedale. La discriminazione gravava, come quasi sempre in questi casi, sulla classe popolare.

Anche questo episodio dà ad intendere che il potere fino allora costituito non gradiva l’elezione di un progressista.

Quando nel 1909 Roth fu eletto deputato era già da un anno Rettore Magnifico dell’Università di Sassari, carica che ricoprì fino al 1916, mentre rimase in Parlamento fino al 1919, anno in cui peraltro morì.

Busto di Angelo Roth (foto da web)

Il decennio trascorso tra i banchi del Parlamento fu molto proficuo non solo per il collegio che rappresentava, bensì per tutto lo Stato.

Come deputato ebbe molto a cuore la problematica del decentramento amministrativo, argomento molto sentito da più parti in quegli anni. Fece pertanto la proposta dell’istituzione di un commissariato civile per la Sardegna che avrebbe dovuto interpretare e concertare con la legislazione vigente le istanze popolari nel campo dell’economia e del lavoro.

Ma il cavallo di battaglia di Roth parlamentare fu la scuola ed il suo impegno in questo campo gli fu riconosciuto da tre diversi governi che lo chiamarono a svolgere le funzioni di Sottosegretario alla Pubblica Istruzione. Indipendentemente dall’incarico politico di governo fu nominato inoltre membro permanente del Consiglio Superiore per la P.I. .

Non dimenticò, come dicevamo, il suo collegio ed in particolare la sua città. Ancora oggi il più grande merito che gli viene riconosciuto è l’aver promosso la costruzione dell’acquedotto dalle sorgenti del Briai, nel comune di Florinas, fino ad Alghero. Era il 1912 e dopo la sistemazione di due fontanelle all’allora periferia della città, prima nei pressi del carcere di via Vittorio Emanuele e subito dopo a Porta Terra, l’acqua venne successivamente distribuita con apposita rete in tutte le case. Quell’acquedotto continuò a portare l’acqua di Briai in città sino ai primi anni ottanta del secolo scorso.

Roth si occupò anche del porto che all’epoca soffriva di frequenti insabbiamenti a causa delle mareggiate e dei bassi fondali. Con specifici interventi edili e di dragaggio il porto fu reso più agibile.

È da ascrivere allo stesso Roth la tracciatura e la costruzione della strada denominata successivamente Lungomare Dante, dimostrando dunque un’arguta lungimiranza sul futuro sviluppo della zona sud di Alghero, dove sorsero negli anni immediatamente dopo quelle ville tardo liberty che ancora oggi ciascuna di esse fa bella mostra di se.

Pare che alcuni proprietari delle stesse fossero massoni come pure lo era Angelo Roth, il quale però non era affiliato alla loggia algherese Vincenzo Sulis, né alla preesistente Giuseppe Dolfi, bensì alla G.Maria Angioy di Sassari, in quanto residente e avente la sede di lavoro in quella città, così come dettavano ed ancora dettano le regole della Massoneria.

Ci è dato sapere che ai funerali che seguirono il decesso di Angelo Roth, avvenuto il 26 ottobre 1919, parteciparono numerose delegazioni con i relativi labari delle logge massoniche sarde, nonché una rappresentanza delle più alte cariche di Palazzo Giustiniani, sede centrale del Grande Oriente d’Italia, che accompagnarono il feretro nel corteo funebre che si snodò per le vie cittadine di Sassari.

Sicuramente anche l’essere massone animò l’attività professionale, politica e sociale di Angelo Roth. Non dismise mai i suoi panni d’umiltà nonostante i vertici professionali e politici raggiunti.

Quando poteva, veniva a trascorrere i ritagli di tempo ad Alghero, immancabilmente ed irrinunciabilmente le sue ferie estive. Frequentava assiduamente Lo Banyeto, uno dei primissimi stabilimenti balneari in Italia dove aveva occasione di incontrare i suoi vecchi compagni di ginnasio.

Lo Banyeto (foto da web)

Aveva un rapporto cordiale con tutti gli algheresi, soprattutto con i più umili e parlava con tutti preferibilmente in algherese.

Era il personaggio dell’epoca per eccellenza ed i muri cittadini riportavano in quasi tutte le vie la famosa scritta W ROTH che rimase proverbiale come sinonimo che tutto sarebbe finito con l’andare per il verso giusto.

Alghero ha voluto onorare questo suo figlio illustre intitolandogli nel 1954 una strada non proprio fra le più belle dei nuovi quartieri. Dal 1962 anche l’Istituto Tecnico Commerciale (oggi anche per Geometri e per il Turismo) porta il suo nome.

C’è da dire che dopo quest’ultima occasione, datata ormai alcuni decenni, ci si è ricordati pochissimo di Angelo Roth.

Angelo Roth (foto da web)

Con tutto il cuore e con il pensiero rivolto a quest’uomo che nel corso della sua vita ha sicuramente sempre agito per il bene dell’umanità, sento di ripetere seppur in forma retorica quelle due parole che suonano ancora oggi come un insegnamento:

 W ROTH!

Pere Lluís Alvau

Fonti:

  • Archivio Storico del Comune di Alghero
  • Archivio Storico Diocesano di Alghero
  • Registri di Stato Civile del Comune di Sassari (matrimonio e morte)
  • Conferenza del 28 gennaio 2005 tenuta ad Alghero presso la sala convegni del Chiostro di San Francesco in occasione della celebrazione del 150° anniversario della nascita di Angelo Roth.

Bibliografia:

  • Beppe Sechi Copello, Conchiglie sotto un ramo di corallo (Galleria di ritratti algheresi), Edizioni del Sole, Alghero 1987.
  • Michele Chessa, Racconti algheresi 1° volume, Tipolitografia La Celere, Alghero 1976.
  • Michele Chessa, Racconti algheresi 3° volume, Tipolitografia La Celere, Alghero 1980.
  • Enrico A. Valsecchi, Storia di Alghero tra ‘800 e ‘900, Rotary Club, Alghero 2004.
  • Gavino Ballero, Lo Sidadu, Arxiu de Tradicions de l’Alguer, Alghero 2002.
  • Giannella Bilardi, La presenza massonica in Alghero, in Revista de l’Alguer vol. VIII, Centre de Recerca i Documentació Eduard Toda, Alghero 1997.
  • Rafael Caria, Libera Muratoria, in Sardegna e Dintorni, anno II – n. 3, Alghero 1998.
  • VV., Atti della 1a Conferenza su personaggi illustri della Città di Alghero “Angelo Roth”, Istituto Tecnico Commerciale, Geometri e Turismo “A.Roth”, Alghero 2003.
  • Marina Sechi Nuvole, L’estate del colera, Edicions de l’Alguer, Alghero 2019.

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