Ugo Zoboli

Mostra di Pittura Personale di Ugo Zoboli

Breve descrizione delle opere.
L’autore, da sempre appassionato del mondo sottomarino; passione ereditata dal padre sommozzatore, presenta una serie di opere che rispecchiano il fascino del mondo subacqueo così come si presenta al naturale agli occhi di tutti coloro che si immergono e provano l’ebbrezza e la paura dell’ignoto nei fondali marini e dall’altro lato la tensione e il lavoro dei sommozzatori professionisti impegnati in attività di archeologia subacquea alla ricerca storica del passato. Quindi la bellezza dei fondali e l’ansia del recupero.

Un altro tema, molto a cuore all’autore, è il fascino esercitato dal mondo dei pastori sardi con i loro cavalli che si muovono in un ambiente ancora non contaminato dal cemento, ma aspro ed impegnativo. Vengono colti mentre sono intenti nel loro duro
lavoro quotidiano o in momenti di riposo nel loro ambiente naturale, e non in posa a beneficio dei fotografi e curiosi che ne altererebbe l’atteggiamento e la spontaneita, che era invece quello che interessava ritrarre.

Altri temi sono le scene di battigia marina sulle coste galuresi e di Alghero, luoghi a cui l’autore è particolarmente legato.
L’autore ha voluto sottolineare che esistono ancora luoghi e attività in cui il lavoro del singolo ha ancora bisogno di coraggio ed impegno individuale e imparare, per necessità, a contare solo ed esclusivamente sulle proprie forze, sulla propria capacità professionale ed esperienza ( e non sugli altri se non in misura
minima).

Ugo Zoboli

Ugo Zoboli
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Ugo Zoboli
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Ugo Zoboli
Ugo Zoboli
Ugo Zoboli
Ugo Zoboli
Note biografiche:

Sin da bambino ho scoperto di aver ricevuto dalla natura il grande dono di saper disegnare e ritrarre tutto ciò che mi circondava e crescendo questa passione è divenuta qualcosa di più profondo, vedendo gli altri pittori e cominciando ad imitarli, ma è soprattutto il fatto che anche i miei genitori sapevano disegnare e dipingere e che mi hanno in questo guidato e sostenuto.
Mio padre poi essendo anche sommozzatore e pescatore di corallo era affascinato dalla bellezza dei fondali marini e li ritraeva in modo profondo ed appassionato quasi come se portasse il cavalletto sott’acqua.
E questa passione me l’ha trasmessa quasi automaticamente rimanendone anch’io affascinato in modo irreversibile.
Crescendo, sempre per un’ altra innata passione, sono diventato ingegnere ed ho girato il mondo costruendo dissalatori e centrali elettriche, ma la passione per la pittura non mi ha abbandonato e la sera in cantiere invece di riposare ero dietro ai miei disegni e pitture, anzi ho cominciato ad esplorare strade nuove come l’acquerello, il pastello e la grafica con l’inchiostro sepia, un po’ come preparazione di bozzetti per i futuri quadri ad olio, ma anche come acquerelli fine a se stessi realizzando immagini di gare veliche e regate con uomini ripresi nella tensione di gara e di manovra.
Il mio lavoro di ingegnere mi ha sempre imposto un rigore tecnico e di cura dei dettagli che è stato inevitabile trasmetterlo poi anche all’attività artistica dove la visione del quadro deve trasmettere emozioni e sensazioni chiare a tutti gli osservatori preparati e soprattutto a quelli che non lo sono.
Parallelamente ho sempre seguito l’evolversi del lavoro di mio padre a cui sono sempre stato vicino, specialmente quando si trasferì, per la pesca del corallo, definitivamente ad Alghero ed ho sempre seguito le sue imprese ed avventure che inevitabilmente sorgevano nel suo lavoro, impregnandomi della storia di quell’Alghero degli anni 70-80 e dell’epoca d’oro del corallo, quando dalle immersioni ad aria si fece il salto per passare alle immersioni con le miscele. Queste storie e il fascino del mondo subacqueo hanno pervaso sempre il mio hobby della pittura.
Inoltre mi ha sempre attratto la radice catalana di questa città in cui tuttora vivo e risiedo e non ho potuto fare a meno di interessarmi alle vecchie mura e fortificazioni del passato, in parte sopravvissute e in parte sepolte dalla cosiddetta modernità e progresso. Mi sono costantemente interessato ai resti archeologici di queste strutture, consultando antiche piante della città e vecchie foto d’epoca, tanto da sentire il bisogno di ridisegnarle in composizioni grafiche, come potevano apparire in passato a colpo d’occhio, ai viandanti che giungevano ad Alghero dalle due vie maestre.
Ho sempre ringraziato la natura per avermi dato questo meraviglioso dono e i miei genitori per avermelo alimentato e sostenuto ed avermi fatto studiare per diventare quello che sono oggi.

Ugo Zoboli

 

 

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