L’uomo che sussurrava alle macchine

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In Alghero non sono mai mancati personaggi estrosi, pieni di talento, capaci di realizzare anche con pochi mezzi cose significative che hanno dato loro notorietà e il giusto riconoscimento da parte dei suoi concittadini.

Uno di questi è sicuramente Carlo Usai, noto Carluccio, classe 1900, imprenditore nel ramo dei trasporti, descritto da chi lo ha conosciuto bene come un personaggio intelligente, pazzo per i motori di cui conosceva ogni particolare e potenziale.

Capace di assemblare parti di motori diversi per poi utilizzarli con mansioni del tutto diverse da quelle originali.

Erano i tempi dell’immediato dopo guerra quando la mancanza di mezzi era cronica e per andare avanti era indispensabile aguzzare l’ingegno che, per chi lo possedeva, era più importante di moneta contante.

In quegli anni Carluccio Usai, uomo dalle mille idee, utilizza per la sua azienda camion dismessi dall’esercito americano rimettendoli a nuovo utilizzando appieno le sue formidabili doti di meccanico.

La sua fonte di rifornimento era l’ARAR di Livorno, deposito dove erano concentrati i numerosissimi mezzi militari americani dismessi dopo la seconda guerra mondiale.

Una delle prime “creazioni” del 1947 di Carluccio, racconta Gavino Delrio, fu l’utilizzo del motore di una Jeep (quella con la stella sul cofano tante volte vista nei film e documentari di guerra) e trasformarlo in un motore marino per l’imbarcazione da pesca di 9 mt. San Salvatore da Orta dell’armatore Andrea Delrio.

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Jeep seconda guerra mondiale

Com’è noto in quegli anni la forza motrice per la navigazione in mare del piccolo naviglio era prodotta quasi esclusivamente dai remi e dal vento che gonfiava le vele.

I tempi da e per il punto di pesca erano lunghissimi e richiedevano un impegno fisico (oltre al pericolo corso per improvvise turbolenze) che le persone di una certa età avranno sicuramente notato nelle facce scavate, bruciate dal sole e dal vento salmastro, di tanti pescatori.

Carluccio Usai adatterà in seguito anche altri motori di vecchie auto Balilla per piccole barche; il primo fu acquistato da Giovanni Delrio, presidente della cooperativa pescatori e capibarca.

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FIAT 508 Balilla

Nei primi anni ‘50, agli albori del turismo in Alghero, Carluccio Usai si inventa un nuovo servizio pubblico per collegare Alghero con il nascente Lido Novelli distante dal centro urbano un paio di km; anche in questo caso fantasia unita alla capacità di cogliere nuove opportunità sono alla base di questa iniziativa che destò in città scalpore unito a grande ammirazione.

Sempre accompagnato dal suo estro e dalla voglia di fare Carluccio Usai trasforma un anfibio bellico americano Dodge in un originale mezzo da trasporto passeggeri che fa la spola tra Alghero e il citato lido Novelli.

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Anfibio militare modificato “SOGNO”

L’andata avveniva via mare: l’anfibio, in versione terrestre, dopo aver caricato una ventina di passeggeri davanti al bar Butigheta, oggi sede della BNL, procedeva spedito verso il porto e raggiunto lo scalo Tarantiello (oggi coperto) si immergeva lentamente in acqua per raggiungere la forma e funzione di un normale, per quanto inusuale, barcone.

Questo momento veniva commentato dai presenti, spesso ignari delle caratteristiche di questo mezzo, temendo un tragico incidente, urlando e cercando aiuto per salvare i passeggeri.

Non sono mancati naturalmente momenti di puro terrore da parte anche di qualche passeggero (magari uno dei primissimi turisti) che non sospettava si trattasse di un mezzo anfibio e finiva inevitabilmente con l’essere motivo di puro divertimento per tutti. 

Nella foto seguente vediamo un momento di vita familiare.

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Carluccio alla guida dell’anfibio con alla sua destra il fratello Arturo (famoso documentarista) con il suocero e in primo piano Cesare bambino.

Ma Carluccio non è solo bravo a revisionare e modificare motori di camion, di jeep e autovetture in genere, le foto seguenti lo immortalano con le altre passioni della sua vita.

A bordo della mitica Aurea 1500 turbo

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Come pilota d’aereo dopo aver conseguito il brevetto di volo.

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Carluccio Usai è venuto a mancare nel 1985 in Brasile dove ha trascorso la sua vecchiaia.

Ma come capita spesso la passione dei motori dei padri si trasferisce anche ai figli; il piccolo Cesare , ultimo di quattro pargoli, inizia a contribuire al reddito familiare vendendo i biglietti dell’anfibio che faceva servizio da e per il lido Novelli.

Da giovanissimo convince il padre a comprargli dall’ARAR un piccolo anfibio (un Swimmvagen Porsche ) simile a quello, afferma Cesare, posseduto da Hitler.

Anche in questo caso, dopo un accurato lavoro di adattamento, inizia il servizio di messa in mare e rimorchio di imbarcazioni nel porto di Alghero.

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Cesare con l’anfibio piccolo

Ma evidentemente il servizio di di varo e alaggio di barche non soddisfa pienamente il giovane Cesare.

Nel 1950, in un’area completamente libera di Fertilia, inizia la realizzazione di una base nautica che opera ancora nei giorni d’oggi.

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Erano tempi in cui era difficile trovare materiali idonei ma questo non blocca l’intraprendente Cesare; recupera dalle vecchie miniere di Alghero ormai abbandonate alcuni binari Decovil utilizzati per il trasporto del materiale e numerosi occhielli utili per legare i cavalli subito riciclati per l’ormeggio delle barche e ancora oggi perfettamente funzionali.

Si è palesata subito la necessità di disporre di una potente gru, mezzo inesistente in Alghero.

Attraverso un conoscente di Cagliari individua una gru della O&K (Horestein & Koppel) degli anni 20-30 acquistata come residuato bellico proveniente dall’Africa.

L’acquisto del mezzo per 200 mila lire, tra l’altro regalati da una sua amica benestante, nascondeva anche una piccola fortuna; la gru era infatti zavorrata con 5 tonnellate di mattoni refrattari che un semplice pannello, aperto casualmente, aveva fatto scoprire e che venduti hanno procurato un buon gruzzolo.

Posizionata la gru che aveva uno sbraccio di 11 metri sul suo posto di lavoro, inizia un lungo e delicato lavoro di revisione del motore che era ovviamente piuttosto malridotto e di adattamento al nuovo impiego.

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La O&K continua ancora oggi il suo lavoro e se mai accusasse qualche qualche battuta a vuoto c’è sempre Cesare, con cacciavite e chiave inglese a rimetterla amorevolmente in forma.

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Gru mobile realizzata con un camion alfa 900 modificato tre assi

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Cesare non lo conferma ma pare che conservi anche lui la vecchia abitudine del padre Carluccio: parlare, anzi sussurrare alle macchine.

Nino Monti con la collaborazione tecnica di Carmelo Murgia

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