Annina torna a Casa

di Carlo Solinas

Questa è la storia di una centenaria algherese di nome Annina.

Nata ad Alghero nel 1920 e trasferitasi a Bosa per praticare la nobile arte della pesca. Dopo tanti anni di onorato lavoro e con alcuni acciacchi dovuti all’età, curati da mani esperte, si è trasferita a stintino, dove ha continuato la sua attività; questa volta in modo amatoriale. Arrivati al 2020 ormai centenaria e non più in buona forma data l’età, è ritornata nella sua splendida città natale, dove è stata curata da amorevoli mani amiche e l’hanno riportata a nuova giovinezza. Ah dimenticavo! Annina è uno splendido Gozzo algherese, costruito nel 1920 presumibilmente dal maestro d’ascia Vittorio Palomba per un pescatore di Bosa. Dopo molti anni di attività di pesca fu abbandonata.

Annina Parte da Stintino (2)
Annina Parte da Stintino (1)
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Annina Inizio restauro (1)
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Annina a Stintino alaggio.

La barca appartenuta poi a Italo Negri è stata utilizzata per molti anni come barca da diporto, partecipando alle prime regate di vela latina.

Da anni abbandonata in un pontile dello yacht club Stintino nel 2020 è stata regalata a Michele Mura, socio della Lega Navale di Alghero, a sua volta l’ha donata alla stessa associazione, con l’intento di recuperarla e renderla efficiente per attività associative.

Caratteristiche Tecniche di Annina dal libro di Mauro Marzari, La regata a vela latina editore Delfino.
  • Anno di costruzione 1920
  • Lunghezza scafo fuori tutto 6,10 m.
  • Lunghezza ha il galleggiamento 6,10 m.
  • Larghezza massima in coperta 2,20 m.
  • Puntale 0,76 m.
  • Stazza 2,39 t.
  • Superficie velica totale 25,07 metri quadri
  • Motore diesel 20 HP

Questa barca è un bell’esempio di guzzu algherese di 24 palmi costruito nel 1920 presumibilmente dal maestro d’ascia V. Palomba di Alghero, per conto di un certo Scognamillo, commerciante locale d’aragoste; venne poi ceduta a riscatto come era d’uso sino agli anni settanta ad Antonio Gulmanelli, pescatore di Bosa, con l’obbligo di vendere in esclusiva il pescato allo Scognamillo (ai prezzi imposti dallo stesso), sino a completo esaurimento del debito assunto, pari al valore della barca e dell’attrezzatura da pesca.
È stata iscritta come “Annina”, n. 22 nel registro della Delegazione di Bosa, impiegata per la pesca costiera, come d’uso per queste tradizionali imbarcazioni, le più diffuse tra Alghero e Bosa tra la fine dell’800 e l’inizio dell ‘900. Ricorda molto la spagnoletta, ma con linee più piene e scafo meno acchigliato, risultando così più versatile e adatta per l’impiego in tutti i diversi mestieri della pesca, in particolare con le reti, sia da fondo che di superficie, che necessitavano per il loro peso ed ingombro di più importanti volumi in stiva e maggior bordo libero. Inoltre poteva essere impiegata per la pesca delle aragoste, praticata fino alla fine degli anni ’50 con le classiche nasse di giunco. Venne motorizzata nel dopo guerra con un Arona da 7 HP.
“Annina” è stata trovata alata sullo scalo di Bosa, lungo il fiume Temo, in stato di completo abbandono a seguito della scomparsa del vecchio Antonio Gulmanelli, capostipite di una famiglia che continua la nobile attività della pesca, ma con barche più grandi, moderne ed efficienti. Dopo una difficile contrattazione con la famiglia, nell’ottobre 1985 è stato avviato il recupero della barca nel locale cantiere Lai & Fenu, con la sostituzione di alcune tavole del fasciame, la richiodatura, il calafataggio generale e la pitturazione dello scafo; è stato pure revisionato il motore del 1976. Quindi c’è stata la ricerca dei vecchi cordami in fibre di canapa, dei bozzelli di legno e così è stato possibile finalmente riarmarla secondo le tradizioni più pure. È dotata ancora delle vecchie vele di cotone, cucite a mano come era in uso a quei tempi e difficilmente recuperabili; per l’uso corrente si è optato per un armo in dacron, rispettando però il taglio ed i particolari di rifinitura del vecchio armamento.

Annina Restauro Fase 2 (5)
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Lavori di restauro nella sede della Lega Navale

Il restauro è stato avviato grazie all’impegno gratuito dello stesso socio Michele Mura, esperto falegname con esperienza di restauri su imbarcazioni a vela latina, nonché esperto velista che ha partecipato a svariate regate di vela latina con ottimi risultati. Coadiuvato da altri soci della lega navale in particolar modo da Giovanni Chessa, esperto modellista di barche a vela latina e da Luigi Farris, Mario Canopoli, e dal sottoscritto con il compito di pizzino d’andera e fotografo.

Dopo circa un anno di lavoro Annina è ritornata a nuova giovinezza, con un festoso varo in presenza delle autorità cittadine, è partita per la sua prima regata a Sciacca per il campionato italiano di vela latina comportandosi in modo egregio, nel 2021 ha partecipato a tutte le regate di vela latina svoltesi in Sardegna ottenendo ottimi risultati.

Annina restaurata (4)
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Ultimi ritocchi e finalmente in mare

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