Giancarlo Mura Usai, buon sangue non mente.

Giancarlo Mura Usai, buon sangue non mente.

di Nino Monti

Chissà cosa avrà pensato il piccolo Giancarlo quando si è visto recapitare da mamma Carmen, all’età di 4 anni, un fiammante paio di pattini a rotelle. Certo, qualche sospetto deve averlo avuto orecchiando i discorsi dei “grandi”, sbirciando qualche fotografia di sua madre alla guida di auto da corsa o giocando a pallacanestro.

D’altra parte quando si è figlio di Carmen Usai e nipote di Carluccio difficilmente si può sfuggire ad un destino quasi segnato: quello dell’amore per lo sport non visto dalla tribuna di uno stadio ma da protagonista sul campo.

E’ il destino di Giancarlo, catalano doc, nato al n° 89 di via Giovanni XXIII  di Alghero nel 1962.

Un regalo imprevisto quello dei pattini ma subito accettato al punto che anche all’asilo, durante la ricreazione, mentre i suoi amichetti si divertivano con i soliti giochi tipici di quell’età, il piccolo Giancarlo tirava fuori dallo zainetto i pattini e si divertiva a girare nel cortile.

Giancarlo all’asilo

A 6 anni inizia a partecipare a qualche gara mischiandosi con i più grandi ma già manifestando una certo talento in questa specialità.

La svolta avviene quando mamma Carmen che da ragazza amava pattinare per hobby, mal sopportando la totale carenza di strutture sportive per i ragazzi,  decise nel 1969 di fondare a Sassari la Palestra Usai.

Era una struttura dove decine di ragazzi si dedicavano al pattinaggio e alla pallacanestro; due specialità che spesso i ragazzi univano giocando a basket calzando i pattini: una iniziativa molto divertente al punto che spesso facevano delle esibizioni molto apprezzate dal numeroso pubblico presente.

Carmen Usai in versione pattinatrice

E’ in questa fase che Giancarlo diventa a poco a poco un giovanissimo atleta sotto gli occhi vigili di Carmen che assumerà sempre di più la veste e il ruolo di allenatrice.

Racconta  Giancarlo “quando ero in palestra chiamavo mamma per nome. Per tutti gli altri era la signora Carmen” Una forma che chiariva appieno il rapporto che doveva esistere quando ci si allenava e che sarebbe rimasta una costante quando più avanti si svilupperà l’attività agonistica. In questo atteggiamento  era evidente ovviamente  la forte personalità di Carmen  dimostrata lungo tutta la sua attività sportiva che Storie di Alghero ha avuto il privilegio di raccontare nel servizio Carmen Usai, una donna arrivata dal futuro.

Giancarlo con la mamma Carmen e lo zio Marco

Un messaggio per Giancarlo che voleva anche dire: serietà, disciplina e applicazione negli allenamenti, giusta tensione agonistica, rispetto per gli avversari. E’ con questi messaggi che Giancarlo, a 8 anni, inizia una intensa carriera che lo vedrà correre in tutte le piste e strade italiane, seguito i primi anni da Carmen e via via, ancora minorenne, a cavarsela da solo in lunghe trasferte, prendendo aerei, treni e i mezzi più diversi.

Nel 1970, a 8 anni,  vince le selezioni provinciali sui 200 e 1.000 metri dei Giochi della Gioventù. Vittorie ottenute anche l’anno successivo.

La Palestra Usai  riceve un importante riconoscimento da parte di un comitato di giornalisti sportivi per l’attività svolta.

Nel 1972, a 10 anni, partecipa al campionato italiano svoltosi a Siena e si piazza nono (categoria Esordienti)  ma riceve l’elogio degli organizzatori che gli attribuiscono il primo premio destinato all’atleta che ha espresso il miglior stile.

Giancarlo dopo la premiazione

Nel 1973, ai campionati italiani di San Benedetto del Tronto, si piazza terzo nonostante una rovinosa caduta che lo aveva portato temporaneamente all’ultimo posto. E’ il primo atleta della Sardegna a vincere una medaglia in un campionato italiano di corsa su pista.

Nello stesso anno si piazza secondo nei campionati italiani su strada svoltisi a Ferrara.

Nel 1974 vince agevolmente il titolo regionale su pista (categoria ragazzi) sui 1.500 metri.

Nel 1975 a Grosseto vince il titolo italiano CSI-CONI sui 1.500 metri.

Complessivamente Giancarlo vincerà 6 titoli italiani CSI.

Nel 1976, al suo primo anno nella categoria allievi, vince la medaglia di bronzo sui 1.500 metri nel campionato italiano svoltosi a Monopoli dopo aver conteso l’ambito posto ad oltre settanta agguerriti concorrenti.

Nello stesso anno vince il 1. trofeo internazionale “Citta di Ladispoli”

Nel 1977, per la prima volta nella storia del pattinaggio, un titolo federale approda in Sardegna. Lo vince Giancarlo Mura Usai sulla pista di Siracusa nei 1.500 metri categoria allievi dopo un finale strepitoso che raccosta lo stesso Giancarlo” nell’ultimo giro di pista ero terzo, davanti a me c’erano 2 due atleti che avevano già vinto diversi titoli italiani, quando mancavano 3 curve sono riuscito a portarmi in seconda posizione e mi sentivo psicologicamente soddisfatto del risultato quando ho sentito l’urlo di mia madre, anzi di Carmen, ….sorpassalo  ….è stata una frustata che ha liberato  la forza che avevo nelle gambe e che inconsciamente avevo mentalmente trascurato……nell’ultima curva parabolica raddoppiando la cadenza dei passi mi sono portato sulla parte alta e sono piombato come un fulmine sul traguardo precedendo di un soffio Paolo Troisi della De Cesaris di Roma che a cento metri dal traguardo mi precedeva di una trentina di lunghezze”.

Vittoria di Giancarlo all’ultimo centimetro

Una prestazione che aveva esaltato le sue caratteristiche fisiche fatte di tecnica, forza e stile nella corsa. Ma come aggiunge lo stesso Giancarlo anche mentali” Carmen mi aveva insegnato a fare training autogeno, prima della partenza riuscivo a concentrarmi perfettamente e a leggere la gara in maniera ottimale”. 

Dopo questa vittoria sono stato richiesto dal circolo  De Cesaris di Roma, la più importante squadra italiana di proprietà dell’allenatore della nazionale di ………..Vittorio De Cesaris.

Dai 15 ai 18 anni mi sono trasferito da solo a Roma ottenendo risultati sportivi importanti, avendo in squadra compagni di livello internazionale e  ottenendo risultati sportivi di tutto rispetto. Ma, lontano da casa,  sono stati anche anni molto   duri, non dimentichiamo che ero poco più di un ragazzo. Sono voluto tornare a casa manifestando in più occasioni la volontà di abbandonare il pattinaggio. A pensarci bene, guardando le 80 coppe vinte e le decine di targhe e medaglie che fanno bella mostra nel mio studio, mi sembra di aver vinto dai 10 ai 20 anni quanto in altre specialità sportive si vince tra i 20 e i 30 anni. Una bella differenza quella maturata da un bambino-ragazzo e un giovane nel pieno della maturità fisica e mentale, capace quindi reggere meglio lo stress da competizione.

Giancarlo vincitore del campionato italiano

Lasciata Roma Giancarlo ha continuato a gareggiare vincendo parecchie gare, spesso per fare contenta Carmen che non mancava di convincerlo dicendogli “ dai Giancarlo, questa è l’ultima poi smettiamo”. Appesi i pattini al chiodo Giancarlo non ha abbandonato lo sport; la sua attenzione si è rivolta, questa volta, al Taekwondo e, manco a dirlo, si è classificato terzo ai campionati italiani.

Dopo “l’ultima” con i pattini Giancarlo si appassiona anche al volo con il parapendio; eccolo quindi librarsi sui costoni di scala piccada sopra i tornanti che mamma Carmen aveva percorso tante volte a tutta velocità con la mitica Topolino e la potente Alfa Romeo. Ancora una volta un hobby che, in qualche maniera, legava Carmen e Giancarlo, mamma e figlio, con vecchie e nuove emozioni.

Un rapporto tra madre e figlio forse troppo sbilanciato sul fattore sportivo nel quale ha giocato molto probabilmente il passato di atleta di Carmen caratterizzato  da un’impronta agonistica molto forte. Ma assieme al regalo dei pattini  Giancarlo  è stato iscritto all’età dei sei anni alla scuola di musica di Beba Montanari che la stessa Carmen aveva frequentato da ragazza..

L’essere diventato un bravo pianista, esaurita l’attività sportiva, ha consentito a Giancarlo di dedicarsi al suo secondo amore: la musica. Come componente del gruppo I Mediterraneo ha fatto oltre 400 concerti in tutta l’isola ricevendo con la musica rock e metal , a suo dire, la stessa adrenalina di molte gare sportive.

Ancora oggi, una volta all’anno, Giancarlo e alcuni amici organizzano in un teatro una sorta di reunion interpretando i migliori pezzi delle più famose band mondiali.

Nella prima fila Carmen, giovane fan di 87 anni, osserva divertita e pensando, chissà, a come fare a salire sul palco e accompagnare alle tastiere il suo bambino.

Nino Monti


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