La Madrina di guerra della brigata “Sassari”

Maria Teresa Guerrato in Nardini

di Nino Monti e Carmelo Murgia

Della Prima Guerra Mondiale sono note le leggendarie gesta della Brigata “Sassari”, il coraggio dei suoi tanti eroi, il sacrificio di sangue versato dai suoi fanti.

Meno noto, ma certamente degno di rilievo, è il ruolo che ebbe una coraggiosa donna di Bassano del Grappa che con un grande atto di solidarietà dette ai “sassarini” quel conforto e amore che madri e sorelle non potevano dare loro dalla lontana Sardegna.

Era Maria Teresa Guerrato, sposa di Valerio Nardini, proprietario assieme ai fratelli dell’omonima distilleria di Bassano , dichiarata zona di guerra dall’inizio delle ostilità.

Bassano, come ovvio, essendo vicina alla linea del Fronte fu inevitabilmente esposta ai rischi della guerra e conobbe da vicino i dolori e le asprezze di un sanguinoso conflitto che costo all’Italia 650.000 giovani vite.

Maria Teresa, crocerossina volontaria dell’ospedale militare assieme ad un piccolo gruppo di donne, fu proprio qui che iniziò a conoscere i primi fanti della “Sassari”.

La Brigata era giunta in Veneto alla fine di maggio del 1916 in soccorso delle popolazioni ed a difesa dei territori a seguito della grande offensiva lanciata dagli austriaci sul fronte del Tirolo meridionale.

Stemma della Brigata Sassari (1915-1943)

E’questo il contesto in cui Maria Teresa, che aveva messo a disposizione le stalle di palazzo Nardini per i cavalli degli ufficiali del 151° reggimento della “Sassari”, conosce il capitano Alfredo Graziani, cavalleggero del reggimento “Piacenza”, che aveva chiesto e ottenuto il trasferimento per combattere con i corregionali sardi e l’amico Emilio Lussu.

LA signora Maria Teresa con Alfredo Graziani ed Emilio Lussu

A poco a poco, ai saluti che saltuariamente giungevano al Fronte al capitano Graziani, si aggiunsero i doni che la signora Maria Teresa destinava a tutta la Compagnia e via via anche a tutte le altre Compagnie dell’intero 151° Reggimento.

Da Bassano giunsero all’Altipiano sempre più regolarmente berretti di lana, sciarpe, calze e qualche bottiglia di ottima grappa (immaginiamo graditissima).

In breve tempo la signora Nardini, diventata molto popolare tra i soldati, fu eletta, immaginiamo per acclamazione, “la madrina” di tutta la Brigata.

La “Sassari”rimase sull’Altipiano di Asiago per oltre un anno.

Altipiano di Asiago: zona di operazioni

Giunta il 5 giugno 1916 rimase ininterrottamente in linea sino al 1° settembre quando decimata per le gravissime perdite subite, venne inviata a riposo per qualche giorno.

La Brigata lasciò definitivamente l’Altipiano nel luglio del 1917 alternando furibondi combattimenti a periodi di riposo che spesso consistevano in faticosi lavori di carattere civile nelle retrovie, in presenza anche di terribili temperature che d’inverno scendevano anche a – 25°.

E’ in quel periodo, quando infuriava la battaglia e i fanti della “Sassari” scendevano a frotte feriti nell’ospedale di Bassano che Maria Teresa rimase particolarmente colpita dall’atteggiamento dei soldati per come contenevano il dolore nonostante le ferite spesso gravissime riportate e per la superba fierezza dimostrata in ogni circostanza.

Maria Teresa, la loro Madrina di Guerra si affezionò sempre di più ai “piccoli sardi” prodiga come sempre di doni, di buoni consigli e di parole di conforto.

Anche a guerra finita Maria Teresa Nardini non interruppe il legame con quei soldati e la terra di Sardegna; sostenne con discrezione la nave asilo “Azuni” impegnata nel sostegno degli orfani di guerra e cooperò con autorità e famiglie dei dispersi nelle faticose ricognizioni per la ricerca di soldati caduti in impervi settori teatro di battaglie e nei cimiteri di guerra sparsi nell’Altipiano.

Mantenne i contatti, per quanto non facili, con Emilio Lussu durante l’esilio in Francia. Lo stesso Lussu e Alfredo Graziani la ricordano con amore e riconoscenza nei loro libri Un anno sull’altipiano e Fanterie sarde.

Monumento ai caduti nel Monte Grappa

Molti anni dopo, siamo nel 1945, Emilio Lussu, Ministro dell’Assistenza post bellica del primo governo di unità nazionale, presente a Bassano per commemorare l’eccidio di sette partigiani trucidati a Pessano dai tedeschi e repubblichini, non mancò di incontrare Maria Teresa , la loro mai dimenticata “Madrina” di quei terribili anni di guerra.

Emilio Lussu con De Gasperi, Nenni, Togliatti e Cattani

La considerazione che si può fare oggi è che, anche in momenti terribili, sono possibili atti di solidarietà umana che Maria Teresa Nardini ha saputo magnificamente testimoniare; atti che si possono aggiungere idealmente alle prestigiose decorazioni che la “Sassari” ha conquistato in tante sanguinose battaglie.

Bibliografia
- I Diavoli Rossi del Comando Brigata Sassari
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