Il caso Punta Giglio

In queste ultime settimane si è accesa in città una forte discussione sulla destinazione d’uso della ex casermetta militare di Punta Giglio data in concessione ad una cooperativa giovanile milanese, Vincitrice di un regolare bando.

Abbiamo deciso di riepilogare la vicenda, cercando di rappresentare in un quadro d’insieme  le diverse posizioni che sono emerse nel dibattito in città.

Breve sintesi dei fatti:

–  nel 2008, secondo quanto afferma in questi giorni la Direzione del Parco di Porto Conte, ci fu una richiesta, da parte dello stesso Ente,  al Ministero della Difesa per ottenere la disponibilità del compendio  ex militare di Punta Giglio. Richiesta che non approdò a nessun risultato.

–  Il 12 luglio 2017 la pratica Punta Giglio assume un’accelerazione: tra il comune di Alghero (rappresentato dal sindaco Mario Bruno) e L’Agenzia del Demanio-Direzione Regionale Sardegna  venne stipulata una convenzione sugli  gli obiettivi strategici previsti nel progetto  Cammini e Percorsi previsti in quell’aria dalla citata Agenzia.

Precisazione: L’Agenzia del Demanio è responsabile della gestione, razionalizzazione del patrimonio immobiliare dello Stato. Il programma Cammini e Percorsi è un progetto per la riqualificazione e riuso di immobili pubblici situati lungo percorsi ciclopedonali e itinerari storico-religiosi.

lo stato di degrado della casermetta (foto da web)

–  Il 3 agosto 2018 si ha notizia dell’atto di concessione gratuita per nove anni  da parte dell’Agenzia del Demanio alla società cooperativa “Quinto Elemento” di Milano nell’ambito del citato Progetto Cammini e Percorsi. Secondo quanto riportato dalla stampa erano 47 le aziende, 14 delle quali dall’estero, che avevano avanzato la candidatura per la gestione del compendio ex militare. Non è noto se hanno partecipato aziende sarde.

Occorre precisare che il bando di gara si è svolto con la dovuta pubblicità,come previsto dalla legge,  e che dello stesso si è anche occupata la stampa regionale.

–  Nel gennaio 2021 i media riportano le prime reazioni al piano presentato dalla cooperativa “Quinto Elemento”, vincitore del bando, che nella prima stesura prevedeva la realizzazione di unità mobili sparse all’interno del compendio che costituivano una struttura ricettiva diffusa per un totale  di oltre 70 posti letto. Successivamente, in fase di autorizzazione, il progetto è stato rimodellato grazie alle numerose sollecitazioni emerse negli incontri con gli Enti preposti alle diverse autorizzazioni (Soprintendenza, Comune di Alghero, Parco etc.).

Nella seconda stesura del progetto i posti letto sono stati ridimensionati a 20 modificando l’impostazione originaria da struttura ricettiva a museo a cielo aperto con annessa foresteria.

Un cambio di rotta opportuno in quanto la prima stesura era, anche agli occhi anche delle persone più disponibili, assolutamente inaccettabile.

–  Nello stesso periodo si muovono anche numerose associazioni culturali e ambientaliste, in particolare Grig, Lipu, Legambiente, Wwf, che prendono atto della rimodulazione del progetto che ha portato ad una riduzione dei posti letto. Elencano tuttavia una serie di osservazione di carattere tecnico-amministrativo  tendenti  alla salvaguardia del sito e all’ottenimento di una serie di garanzie nella realizzazione del progetto. Il tutto riassunto in un documento dove le associazioni in questione, fatte salve le osservazioni fatte, non esprimono un parere pregiudizialmente contrario al progetto nella versione rimodulata.

Nel febbraio 2021, anche a seguito del rincorrersi di voci non sempre informate,  “Quinto Elemento” dirama un articolato comunicato nel quale mette nero su bianco i particolari del progetto che intende sviluppare, cercando anche di rispondere alle osservazioni e polemiche che stanno emergendo in alcuni ambienti politici e ambientalisti.

Il 9 marzo 2021  si ha la notizia, da parte della società “Quinto Elemento”, dell’avvio dei  lavori previsti nel progetto  di Punta Giglio. Un atto questo che getterà altra benzina sul fuoco delle polemiche.

Si costituisce anche un comitato spontaneo  di cittadini che raccoglie ambientalisti, persone della società civile note e meno note. Il Comitato per Punta Giglio si propone di informare l’opinione pubblica sulla vicenda e di attivarsi per salvaguardare il patrimonio ambientale e storico dell’ex compendio militare, ritenuto una ricchezza di tutta la comunità. Si chiede inoltre anche di escludere ogni forma di privatizzazione dell’area e negare la presenza  di una attività ricettiva che potrebbe, a loro giudizio,  pregiudicare gli importantissimi valori ambientali del sito.

Tutte opinioni rispettabili ma non si può non rilevare che chi aveva qualcosa da dire lo sta facendo con notevole ritardo. Non appare particolarmente corretto chiedere ribaltamenti dopo che sono stati emanati e vinti regolari bandi di gara sul recupero di una struttura abbandonata da 75 anni e lasciata che si degradasse nel tempo senza che la comunità algherese facesse quanto necessario per il suo recupero.

Occorre dire inoltre che non esiste alcuna privatizzazione del sito che rimane di proprietà pubblica. Sono in corso tra l’altro le procedure per un suo passaggio dall’Agenzia del Demanio, alla regione Sardegna e successivamente al comune di Alghero che è auspicabile ne cederà la gestione al Parco.

Oggi, salvo colpi di scena non previsti,  difficilmente si potrà tornare indietro. Non rimane altro per tutelare  l’interesse collettivo se non quello di inserire nei permessi che le diverse amministrazioni dovranno rilasciare un corretto equilibrio tra la tutela dei valori ambientali irrinunciabili  e l’esigenza di uno sviluppo anche economico dell’area.

Il 22 marzo c’è stato un primo controllo sui lavori in corso a Punta Giglio da parte dei dirigenti del Parco e del Corpo forestale e comune di Alghero. E’ stato rilevato un corretto rispetto delle disposizioni concordate. Un buon avvio che è sperabile possa contribuire a dare serenità a tutto l’ambiente.

Forse l’ex compendio militare, dopo 75 anni di oblio, si avvia a una nuova vita.

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