Giuseppe Alberto Larco

Giuseppe Alberto Larco
Un nostro concittadino dell’Ottocento

di Giovanna Tilocca

Giuseppe Alberto Larco è nato ad Alghero il 10 settembre 1830. Suo padre Gerolamo era arrivato in città intorno al 1828 partendo da Santa Margherita Ligure e il 17 ottobre 1829 aveva sposato Margherita Bruno, figlia di Gerolamo, anche lui proveniente da Santa Margherita Ligure. Giuseppe Alberto è il primogenito di nove figli, sette maschi e due femmine, dei quali tre sono morti nell’infanzia (due maschi e una femmina).

Busto in marmo del conte Larco nell’ingresso dell’Ospedale Marino “Regina Margherita” (Foto Lina Premoli)

Possiamo pensare che la famiglia avesse un discreto reddito dato che Gerolamo gestiva un negozio di articoli vari tra cui stoffe e merceria e sappiamo che i suoi figli seguivano un corso di studi con la guida del sacerdote Francesco Saverio Derosas che faceva loro da precettore.
A vent’anni Giuseppe Alberto aderisce all’invito di suo zio Francesco e della moglie Antonietta Canevaro (di antica e nobile famiglia ligure) che già da alcuni anni vivono a Lima, in Perù, e desiderano che i giovani Larco li raggiungano dato che in quel lontano paese ci sono ottime opportunità per chi è determinato e ha voglia di migliorare la propria condizione economica e sociale. Giuseppe compie dunque un lungo viaggio che da Alghero lo porta oltreoceano e fin dai primi tempi dimostra di avere tutte le qualità per avviare e condurre attività commerciali e imprenditoriali. A breve anche i fratelli seguiranno il suo esempio e soltanto i genitori rimarranno in città visto che l’unica figlia si sposerà a Genova con un cugino.
Da Alghero partono per il Perù anche i figli di Emanuele Larco, cugino di Gerolamo, che aveva messo famiglia ad Alghero nel 1830. Nell’antico impero degli Inca i Larco avviano numerose attività commerciali e ben presto si rivolgono al mondo della produzione. Tra l’altro impiantano estese coltivazioni di canna da zucchero che viene lavorata nelle loro aziende per ricavare zucchero, rum, alcool e altri liquori.
Secondo quanto riporta Beppe Sechi Copello nelle attività trovavano lavoro, largamente retribuito, 2000 operai e 200 impiegati. I locali dove avvenivano le lavorazioni erano illuminati con luce elettrica fin dal 1872. Il complesso di edifici adibiti alla produzione era completato da un villaggio che poteva ospitare 3000 persone e dove si trovavano officine per la lavorazione del ferro e del legno, un ospedale con un medico-chirurgo, assistenti ed annessa farmacia. Nelle sue aziende agricole si utilizzavano aratri trainati a vapore. Una piccola ferrovia a vagoncini trasportava la canna tagliata, dai campi fino agli stabilimenti di lavorazione. Il prodotto finito veniva poi caricato sulle ferrovie pubbliche per raggiungere i porti dove veniva sistemato sulle navi per l’esportazione. Per poter avere un’idea dell’importanza delle imprese dei Larco, Sechi Copello ci dice ancora che l’azienda produceva in un anno 500.000 quintali inglesi di canna da zucchero di tre diverse qualità,
100.000 galloni di rhum, alcool (un gallone corrisponde a circa 4,5 litri), quantità rilevanti di caffè, olio d’oliva. vino, cereali; oltre 600 capi bovini producevano latte e concime.
Le loro aziende si distinguono dunque per la modernità dei macchinari e per l’attenzione nei confronti degli operai che venivano alloggiati in appositi villaggi dotati di strutture sanitarie.
Giuseppe Alberto Larco si dedica soprattutto a potenziare, estendere e proteggere il commercio italiano e a tale scopo fonda a Lima la Banca Italiana della quale sarà presidente fino al 1899, quando deciderà di tornare ad Alghero. Promuove a Lima la costruzione di un grande ospedale per gli italiani emigrati intitolato al re Vittorio Emanuele II; in varie occasioni elargisce considerevoli sovvenzioni e fa beneficenza seguendo così la tradizione delle famiglie Larco in Liguria.

Al centro Antonio Maria Nicola Larco Sannino posa il braccio su suo cugino Giuseppe Alberto Larco Bruno.
Non è stato possibile identificare il terzo personaggio, anche lui un Larco.
(Per gentile concessione di Carlos Larco Castillo)

Giuseppe Alberto si è sposato una prima volta nel 1872 all’età di 42 anni a Lione con Marie Eleonore Josephine Bonnet di 18 anni. Non avrà figli e sua moglie morirà a soli 28 anni. Nel 1886 a Lima sposa in seconde nozze la peruviana Maria Giulia Angelica Ramos di 21 anni e il 1° marzo 1894 nasce un figlio, che prenderà il nome di suo padre, Giuseppe Alberto.
Larco intreccia relazioni e rapporti di amicizia con personaggi politici, regnanti, alte cariche ecclesiastiche, in America e in Europa. Viene stimato e apprezzato anche per le sue continue attività benefiche e per la sua grande sensibilità verso le classi meno agiate. Infine nel 1883 riceve dai Savoia il titolo di conte.
È forte il suo impegno politico e mantiene la carica di Alcade del distretto di Miraflores a Lima per diversi anni.
Ma anche se i suoi interessi economici, politici e sociali lo avevano allontanato da Alghero, quella piccola città natia dove i suoi anziani genitori sono vissuti fino alla loro morte, avvenuta a pochi giorni di distanza uno dall’altro nel gennaio 1886, era rimasta sempre nei suoi pensieri.

Secondo quanto racconta Michele Chessa, Larco veniva spesso ad Alghero. Arrivava via mare con un grosso piroscafo di sua proprietà. Regalava molte mercanzie del suo carico agli algheresi che gli erano affezionati. Dal Perù aveva portato con sé anche un cavallo morello con il quale andava in campagna o a caccia soprattutto d’estate. Michele Chessa aggiunge che talvolta il conte andava a caccia con suo padre e con suo zio e racconta alcuni aneddoti dai quali risulta che Larco parlava correntemente l’algherese.
Nel 1899, per motivi di salute, secondo quanto comunica al presidente della Repubblica peruviana, egli torna ad Alghero. Arriva in città con sua moglie Angelica e con suo figlio José Alberto, e va ad abitare nella palazzina di Piazza Civica che aveva comprato diversi anni prima per i suoi genitori. Prende subito parte come consigliere alle sedute del Consiglio Comunale ma evidentemente la sua salute è malferma e risulta spesso assente.
Nella primavera del 1899 il re Umberto e sua moglie la regina Margherita fanno una visita ufficiale in Sardegna e per una mattinata sostano ad Alghero. Giuseppe Alberto coglie l’occasione dell’incontro con i regnanti per fare una donazione alla sua città e invia la cifra di 30.000 lire alla provincia di Sassari perché sorga un centro assistenziale. Ancora non ha ben chiaro come utilizzare la somma, e la provincia suggerisce di creare un ospedale per i bambini scrofolosi della provincia che ogni estate trascorrevano alcuni giorni ad Alghero con gran giovamento per la loro salute. Larco passa subito al piano operativo e da quanto ci ha lasciato scritto si vede che ha le idee ben chiare su come procedere. Inoltre aggiunge che nel corso dei lavori affronterà tutte le ulteriori spese necessarie e che l’edificio dovrà ospitare i bambini algheresi (fino ad allora esclusi dal beneficio delle cure) senza il pagamento della retta.

Purtroppo tutti i suoi propositi e progetti sono interrotti dalla morte che lo coglie alle sei del pomeriggio del 13 dicembre 1900 nella casa di Piazza Civica n° 7.
Alla notizia del decesso, La Nuova Sardegna pubblica un lungo necrologio che ripercorre la sua vita così ricca di eventi. Il Consiglio Comunale di Alghero gli dedica una seduta nella quale vengono dette parole che non sono di circostanza e che delineano una personalità degna di sincera stima e ammirazione. Il conte viene sepolto nel cimitero di Alghero che allora si trovava nella zona dove poi è stata edificata la chiesa della Mercede e che è stato sciaguratamente smantellato nel secondo dopoguerra. La tomba di Larco. come tutte quelle di coloro che non avevano più parenti in città, è andata dunque dispersa.
L’Ospizio Marino Regina Margherita, realizzato grazie al suo lascito, entrò in funzione nell’estate 1913. Nel nosocomio si trova un busto del conte Larco realizzato nel 1958 quando il prof. Giuseppe Mastandrea nuovo direttore dell’Ospedale Marino da poco arrivato da Roma, ha voluto ripercorrere la storia della struttura sanitaria nella pubblicazione “L’Ospedale Marino Regina Margherita” edito nel 1957. Durante la sua ricerca ha trovato la notizia del lascito e ha potuto osservare che di Larco si era persa completamente la memoria. Grazie a questa riscoperta l’Amministrazione Ospedaliera ha avuto modo di mostrare la sua riconoscenza con un busto di marmo.

Se cercate una via che ricordi il conte Larco non la troverete ad Alghero ma a Lima, nel distretto di Miraflores, dove una delle più importanti strade è l’Avenida José Larco, un bel viale dove si trova il Teatro Larco e il centro commerciale Larcomar.
A Lima nell’Avenida Bolivar si trova il Museum Larco, una costruzione colonica che espone migliaia di reperti della storia inca: ceramiche, manufatti in oro, tessuti, maschere. Il museo è stato fondato da Rafael Larco Hoyle, un discendente dei Larco che erano emigrati in Perù nel corso dell’Ottocento.

Veduta dell’Avenida José Larco nel distretto di Miraflores a Lima
(Messa a disposizione da Carlos Larco Castillo)

La famiglia Larco è ancora molto importante in Perù, dove Guglielmo Cox Larco è stato primo ministro nel governo Garcia nel 1987 e nel 1990.
Altri Larco hanno ricoperto importanti cariche come primo vicepresidente, deputato, senatore, alcalde. Furono grandi impresari di diversi settori come quello della miniere, e si occuparono di archeologia e di istruzione.
Nel 2012 l’amministrazione algherese ha intitolato al conte uno spazio a ridosso del Forte della Maddalena. Forse, con un po’ di impegno, può anche fare di più.

Targa sul Forte della Maddalena (Foto Giovanna Tilocca)

Il 3 giugno 2019 nella chiesa della Mercede è stata celebrata una messa in suffragio per le famiglie Larco Sannino e Larco Bruno a cura di Carlos Larco Castillo che si trovava in città.
La scelta della chiesa è scaturita dall’appartenenza di Francesco Larco (figlio di Emanuele) all’ordine della Mercede, quando la chiesa e il convento dei mercedari si trovavano in via Roma (Lu carré de la Malzet).

È in preparazione una monografia sul Conte Larco a cura della scrivente e di Carlos Larco Castillo, (discendente di Emanuele Larco) il quale ha eseguito approfondite ricerche negli archivi liguri, peruviani e sardi dove ha avuto modo di reperire numerosa documentazione. Il lavoro sarà arricchito da materiale iconografico di proprietà delle famiglie Larco.

Le notizie riportate nell’articolo sono tratte dalle ricerche negli archivi algheresi, liguri e peruviani e sono inoltre reperibili nelle seguenti pubblicazioni:
Conchiglie sotto un ramo di corallo di Beppe Sechi Copello, 1987.
Ospedali di Alghero del Gruppo di Studio e Ricerca Tholos, 2019.


Veduta dell’Avenida José Larco nel distretto di Miraflores a Lima
(Messa a disposizione da Carlos Larco Castillo)
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