Alghero 1901, Uomini Illustri

di Carmelo Murgia

Nel 1901 il quotidiano la Stampa fece conoscere ai suoi lettori moltissime città italiane con opuscoli ricchi di  incisioni e testimonianze, un viaggio nel passato e lo specchio di un’epoca. Qui riportiamo l’articolo originale.

Uomini illustri

Alghero 1901

Per consenso generale, il barone Giuseppe Manno è il più illustre fra gli uomini di alto ingegno dati da Alghero. Egli nacque in questa città il 17 marzo 1786 e fu letterato di valore, storico accurato ed uomo politico non troppo tenero per i moderni ordinamenti.
Di lui si hanno una Storia della Sardegna in quattro volumi, con un’appendice di storia moderna della Sardegna in altri due volumi, poi un libro sulla Fortuna delle parole che ebbe un vero successo fra filologi e studiosi, un libro di Salmi, un altro Sui vizi dei letterati, altri di Note sarde e di Ricordi. Con minore successo della Fortuna delle parole scrisse la Fortuna delle frasi. Nel 1848 essendo già alto magistrato del re di Piemonte, fu nominato senatore del Regno, ed il Senato fu da lui più volte presieduto. Morì ottantaduenne il 25 gennaio 1868.

Monumento di Giuseppe Manno presso i giardini pubblici di Alghero

Altra notevole personalità dei tempi nostri fu il conte Giuseppe Alberto Larco, il quale nato in Alghero nel 1832 emigrò giovanissimo e andò al Perù. Datosi alla banca ed al commercio rapidamente arricchiva in Lima.
Ritornato in Europa vi fu nominato console generale del Perù in Italia, poi fu addetto alla Legazione di Parigi, e quindi a quella di Londra.
Si distinse, assieme alla moglie Angelina Ramos, per le molte opere di beneficenza e patriottiche.
Al foro di Alghero diede superbi oratori e distinti legisti quali Anton Angelo Carcassou, G. B. Buragna, Michele Moreno e l’Olivas, il quale arricchì di commenti la cosidetta carta du Logu attribuita ad Eleonora di Arborea e che fu poi scoperto essere una mistificazione.
Professarono teologia Ambrogio Machiu, che fu poi arcivescovo di Cagliari e Francesco Boyl; valente predicatore e filologo fu l’abate C. F. Simon. Professò filosofia il Francesco Marchiu de Prado; furono poeti italiani e latini, Carlo Buragna e Giuseppe Delitala. Quest’ ultimo morto ventiduenne, mentre su di lui cominciava a fissarsi l’attenzione del mondo leterario.
Fra i cultori di belle lettere, l’abate Massaia e Francesco Carboni gesuita, il quale scrisse e poetò in latino distinguendosi per rara eleganza di stile. Papa Pio VII lo nominò suo segretario per le epistole latine ma egli rifiutò. Mori di febbri malariche contratte a Bessude.

Barone G. Giordano-Apostoli

Come uomini di guerra lasciarono traccia di sè, quali valorosissimi e valenti capitani Pietro di Ferrero, Abella Nicolò, Xonxot Andrea nel secolo XV un altro Ferretto Gerolamo nel XVI secolo e G. B. Amat, e Ruiz Michele nel successivo.
Onde si può dire che Alghero tiene onoratissima posizione fra le città italiane anche per il valore e l’ingegno dei suoi figli preclari.
Fra i cittadini viventi che oggi più onorano Alghero, ci piace ricordare il barone Giuseppe Giordano-Apostoli , deputato al parləmento dal 1880, ove per l’integrità del carattere, la illibatezza dei costumi, la squisitezza dei modi, insieme alla grande coltura, all’ingegno pronto ed alla assiduità nell’ufficio, gode dell’ammirazione e dell’affetto generale.
Da molti anni l’on. Giordano-Apostoli, copre la delicata carica di questore della Camera, ed a questo uffcio fu dalla Camera, senza distinzione di partito, sempre designato con votazioni pressochè plebiscitarie.
L’on. Giordano-Apostoli, coprì nel passato gran numero di cariche pubbliche, ed eseguì delicate missioni politiche ed amministrative. Ora è anche consigliere comunale di Roma, e vice-presidente dell’Associazione della stampa italiana, in Roma.

Bibliografia: Le cento città d'Italia, supplemento illustrato del "SECOLO" società editrice Sonzogno. L'italia  fine ottocento storia costumi tradizioni edizioni Edison bologna.
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