La mia Africa, la storia di un grande Uomo di Mare algherese: Il comandante Giovanni Bradi

di Nino Monti

Giovanni Bradi, classe 1931, ricorda con lucidità quando all’età di 11 anni, nascosto all’interno di Nostra Signora di Valverde, superava il controllo dell’Autorità marittima che prendeva nota delle barche che entravano e uscivano dal porto.

Siamo nel 1942, in piena seconda guerra mondiale, Giovanni, figlio di un’antica famiglia di pescatori di Alghero, partecipa per la prima volta ad una partita di pesca di aragoste nella zona di Capo Caccia.

Una presenza da tempo desiderata che il padre Efisio aveva finalmente accettato, con la precauzione di nasconderlo sotto coperta all’uscita del porto per evitare problemi dovuti all’età del ragazzo.

Sono tempi duri per la marineria algherese, sia per il pericolo di venire mitragliati da aerei nemici , sia per la scarsa remunerazione del pescato che, per quanto abbondante, consentiva al massimo una vita dignitosa ma comunque parca.

Giovanni dimostra subito le giuste attitudini per la vita di mare: in pochi anni diventa esperto delle tecniche di pesca e matura ottime conoscenze delle condizioni meteorologiche dell’isola. Una condizione assolutamente indispensabile dovendo operare spesso in zone di pesca lontane da Alghero: normalmente a nord verso Stintino e a sud nel golfo di Oristano.

Fa il servizio militare in Marina, nella base navale di La Spezia, dove ha l’opportunità di imbarcarsi su un dragamine che ha operato a Venezia e poi a Messina. E’ in questo periodo che ha la possibilità di maturare esperienze di navigazione più complesse rispetto a quelle praticate ad Alghero.

A 23 anni decide di dare una svolta alla sua vita. Giovanni Bradi si sente pronto professionalmente e con le giuste motivazioni per affrontare obiettivi più importanti.

Nel 1954 il giovane Bradi che vanta anche la qualifica di nocchiero, assieme ad altri 16 algheresi, accetta l’offerta di lavoro di una compagnia del Sud Africa specializzata nella pesca delle aragoste.

E’ l’occasione per Giovanni di lasciare Alghero e soddisfare quelle ambizioni e cogliere quelle opportunità di crescita professionale che la sua città non è in grado di garantirgli.

L’Africa in una recente carta geografica

Dopo aver raggiunto nel giugno il porto di Amsterdam, dove incontra il responsabile della compagnia sud africana Karl Heinz Halbrek, si imbarca per Città del Capo.

Città del Capo in una foto recente.

A Giovanni Bradi viene subito affidato il comando di una barca di non grandi dimensioni ma che gli dà la possibilità di conoscere le nuove aree di pesca, prendere nota delle leggi e regolamenti del posto e misurarsi con le problematiche legate alla gestione  dell’equipaggio formato da personale proveniente da varie nazioni: prevalentemente italiani, portoghesi e naturalmente africani.

Barca da pesca sudafricana

Gli fu subito chiara l’urgenza di imparare l’inglese per un positivo inserimento in questo nuovo paese e  per rapportarsi  al meglio con l’equipaggio col quale dialogava anche in portoghese e in francese; tre lingue che nel giro di un paio d’anni riuscirà a gestire con padronanza.

Giovanni Bradi era molto attento ad evitare discriminazioni e malintesi  con il personale, in particolare con la comunità africana. Un atteggiamento  che veniva ricambiato con collaborazione e rispetto. In molti  si rivolgevano a lui chiamandolo papà. Un fatto non trascurabile in un paese dove era in vigore l’apartheid e le tensioni tra la comunità bianca (minoritaria e dominante)  e quella nera  erano sempre ai massimi livelli.

Il giovane pescatore algherese quindi non era solo ambizioso  ma anche lungimirante nei comportamenti; ricorda ancora Giovanni quando decise, al primo imbarco,  di sommare il suo stipendio mensile di 35 sterline a quelli decisamente inferiori del resto dell’equipaggio e dividere in parti uguali i guadagni di competenza. Una decisione inusuale per un comandante che per ruolo aveva diritto a parti superiori al resto del personale.

Per avviare un’ulteriore crescita professionale decide di frequentare per tre anni la scuola nautica di Città del Capo e ottenere la patente che gli consentirà di comandare pescherecci di qualsiasi dimensione e pescare in ogni mare.

Va a vivere stabilmente a Walvis Bay in Namibia, allora facente parte del Sudafrica dalla quale ottenne l’indipendenza nel 1990.

 E’ proprio qui che Giovanni mette su famiglia: sposa Ann Margaret Miller di Città del Capo, figlia di padre di origine irlandese e madre di origine olandese. Siamo nel 1958, nasceranno  presto  Peppina, Roma, Bianca a Walvis Bay e Nerina a Città del Capo. A completare la famiglia, immaginiamo il  tanto atteso primo maschietto, Antonio “Tony” sempre a  Walvis Bay.

Walvis Bay (Namibia), anni ’50, area portuale.
Giovanni Bradi con la moglie Ann Margaret Miller in una delle tante serate conviviali al Club Sparta di Walvis Bay.
Walvis Bay (Namibia) le sorelline Bradi, Peppina, Roma, Bianca, Nerina.
Walvis Bay (Namibia), Bianca e Tony Bradi pronti per la scuola.

Iniziano le grandi campagne di pesca che porteranno Giovanni Bradi a navigare tutti i mari dell’intera costa atlantica africana e toccare, tra gli altri,  i porti di Angola, Costa d’Avorio, Senegal, Marocco. Frequenti anche le presenze nell’Oceano Indiano lungo le coste di Mozambico e Madagascar.

Dakar (Senegal) nave peschereccio MELANZU, condotta dal Comandante Giovanni Bradi.

L’Italia è lontana, ma non tanto da non seguire le vicende del grande Cagliari e  del suo straordinario fuoriclasse Gigi Riva. Un tifo così acceso per il leggendario “ Rombo di tuono” che Giovanni Bradi non poté esimersi da fare da padrino al figlio di un suo amico che aveva deciso di chiamarlo “Riva”.

La squadra della Walvis Bay, dove Giovanni Bradi aveva il ruolo di portiere. In squadra anche l’algherese Salvatore Palomba.

Sono momenti felici per la famiglia che cresce e anche per la presenza di alcuni algheresi che lo raggiungono in Sudafrica. In particolare il fratello Antonio, il cugino Francesco Bradi, Salvatore Palomba, Salvatore, Giuseppe e Santino Caria. Una presenza che ha certamente reso meno nostalgica la lontananza da Alghero.

è in quel periodo che assiste in un ristorante una scena che i protagonisti normalmente repricano nei film. il famoso attore Bud Spencer, in Namibia per girare un film, viene importunato da un paio di tedeschi che asseriscono che Bud sia in grado di menare la gente solo nei film e che per il resto non valga niente. Grave errore perchè i molestatori non sanno che Bud (Carlo Pedersoli) prima di fare l’attore era stato un pluri campione italiano di nuoto e un valente pallanuotista, sport nel quale lo scontro fisico è pratica comune. per farla breve al nostro Bud dopo una seconda provocazione non è rimasto altro che fare nel ristorante quello che normalmente fa nei film: picchiarli ben bene, questa volta non per finta.

Giovanni Bradi con la prima Vespa importata in Namibia.

Nel dicembre del 1973 è anche il momento di una svolta, Giovanni Bradi decide di trasferire la famiglia da Walvis Bay ad Alghero. Per i figli, tutti in età scolare, si richiede una decisione definitiva al fine di garantire loro un percorso scolastico all’interno delle istituzioni italiane. Questo in previsione in futuro del ritorno del capofamiglia in Italia.

Giovanni Bradi al comando di un peschereccio oceanico.

Sistemata la famiglia ad Alghero, Giovanni Bradi continua a dedicarsi con sempre maggior impegno al proprio lavoro. Da segnalare in particolare una sua presenza, dal 1974 al 1977,  a Tenerife nelle isole Canarie come comandante di una nave peschereccio norvegese.

In seguito si trasferisce ad Abidjan in Costa d’Avorio sino al 1981 per comandare una nave peschereccio francese di proprietà dell’allora Presidente della Repubblica ivoriana Felix Houphouet-Boigny. In quel periodo Giovanni si fece raggiungere ad Abidjan dal fratello minore Alberto (Berto), per assumere la responsabilità del club italiano gestito dal consolato Italiano. Un incarico che Berto, esperto in F&B, svolse da grande professionista.

Nel 1981 si trasferisce a Dakar in Senegal per comandare una nave peschereccio dell’armatore italiano Giorgio Gabrielli e successivamente entra a far parte della nota società di pesca senegalese Africamer.

In quell’anno Giovanni Bradi si fa raggiungere dall’algherese Salvatore Baldinu, esperto meccanico ed elettricista che entrerà a far parte dei quadri della citata società.

Le campagne duravano, in alcuni casi,  sino a tre mesi  grazie alle grandi celle di congelamento di cui disponevano questi pescherecci oceanici, capaci di stivare qualche centinaio di tonnellate di pescato. Le varietà di pesci più frequenti, oltre alle aragoste, erano sardine e gamberoni.

 Giovanni Bradi  in quegli anni era diventato anche un grande esperto dell’utilizzo del sonar e molto bravo nell’individuare i grandi banchi di pesce, qualità che ne facevano un comandante molto apprezzato dalle Compagnie e dall’equipaggio.

Erano anni di duro lavoro e anche di grandi soddisfazioni professionali. I brevi ritorni ad Alghero si potevano contare in uno o al massimo due all’anno. In qualche occasione era la moglie Ann Margaret a raggiungerlo nei diversi paesi africani mentre molto più spesso era il piccolo Tony, durante le vacanze scolastiche, a raggiungere  il padre. Scortato dalle hostess  nei diversi aeroporti di transito, il ragazzo arrivava a destino accolto dall’abbraccio  dell’emozionato genitore.

Vacanze intelligenti direbbe qualcuno, e lo erano davvero per Tony, intelligenti e con quel pizzico di avventura che tanto piace ai ragazzi. Partenze col padre dai porti delle Canarie, del Senegal e della Costa d’Avorio per raggiungere i punti pescosi dell’oceano  atlantico o dell’oceano indiano.

Partite di pesca che duravano anche un mese osservando il duro lavoro dell’equipaggio e condividendo con esso anche i pericoli e le difficoltà legate alle inevitabili mareggiate che inevitabilmente si incontravano.

Vacanze decisamente formative e coerenti con quello che riserverà il futuro al piccolo Tony che, in età adulta, come dirigente di una multinazionale impegnata nell’esclusivo settore turistico-alberghiero, continuerà sicuro a girare il mondo.

Il piccolo Tony Bradi gioca a bordo del peschereccio.

Dopo decenni trascorsi in mare, aver pescato decine di migliaia di tonnellate di pesce lungo le coste dell’Africa, aver superato non poche difficoltà nel gestire i rapporti con le Autorità marittime di tanti paesi, affrontato condizioni di mare anche difficili e pericolose, Giovanni Bradi abbandona le grandi campagne di pesca per dedicarsi a meno faticose, ma non per questo meno delicate, al trasferimento, in qualità di commander navigator, al trasferimento di grandi pescherecci dai cantieri navali europei della Norvegia, Polonia e Scozia ai porti africani del Sudafrica e Senegal.

Nel 1999 Giovanni  Bradi rientra in Alghero per godersi la meritata pensione dopo oltre 50 anni di lavoro di cui 45 passati all’estero. Riabraccia la moglie Ann Margaret che per tanti anni, in assenza del marito lontano, ha tirato su i figli con sacrificio e dedizione, facendoli crescere in un clima sereno e positivo.

Del Sud Africa rimane un bellissimo ricordo e la consapevolezza di aver fatto a suo tempo la decisione giusta di lasciare Alghero. Una scelta certamente dolorosa per aver lasciato la famiglia e gli amici che non mancava comunque di ritrovare  con brevi visite in città..

Con altrettanta franchezza occorre dire che lasciare Alghero ha consentito a Giovanni Bradi una crescita professionale e umana che probabilmente mai sarebbe avvenuta rimanendo in Sardegna.

In buona sostanza una scelta fatta anche da molti altri algheresi, i cosiddetti naviganti, che imbarcati su petroliere, navi merci e passeggeri hanno navigato tutti i mari e oceani del mondo.

Storie che si assomigliano, storie di lavoratori che hanno lasciato mogli e figli che si sono fatti onore lontano da casa, storie a molti sconosciute ma, siamo certi che la storia di Giovanni Bradi li rappresenta tutti.

Almeno una volta all’anno Giovanni e Ann Margaret riuniscono la famiglia nella bella casa di Alghero: con le due figlie che operano in città nel settore turistico-alberghiero, Bianca, manager e proprietaria del “Hotel Country Resort” e Roma, manager di “Residenze di campagna podere Monte Sixeri Le Pinnette”, con Nerina (Nina) che è tornata a vivere in Sudafrica ed è proprietaria, nella celebre città turistica di Knysna, di un bellissimo ristorante rinomato per i piatti della migliore tradizione italiana e internazionale, con Pina che gira il mondo in qualità di hostess & marinaio su un importante yacht di un grosso imprenditore italiano. Con Tony che, unico della famiglia, parla un buon dialetto algherese, mai dimenticato dal padre e appreso rapidamente dal figlio quando è rientrato in Italia, diventando subito “un mignò de la muraglia”, come lui stesso orgogliosamente si definisce. D’altra parte per “l’alguerés”, non poteva avere insegnanti migliori di Carlo e Cesare Sechi avendo militato da giovanissimo nella Rari Nantes Alghero di pallanuoto, con sede nei bastioni aragonesi, dove la sola, unica lingua parlata e forse ammessa era appunto “l’alguerés”.

Completano il quadro di famiglia i dieci nipoti (Georgia, Alessandra, Eleonora, Francesca, Raffaela, Gabriella, Ludovica, Alessio, Nicola e Leonardo), due per ciascun figlio, che rappresentano l’orgoglio e la continuità nel tempo di nonno Giovanni e nonna Ann Margaret. Recita un detto popolare “Buon sangue non mente”: è facile immaginare che il cognome Bradi lo ritroveremo in futuro su Storie di Alghero per raccontare un’altra bella storia.

Alghero: Giovanni Bradi con la propria famiglia in una recente foto. Da sinistra in alto: Bianca e Pina Bradi, Giovanni Bradi con a fianco la moglie Ann Margaret vicino Roma Bradi. Sotto Tony e Nina Bradi.

Fotogallery

Walvis Bay: Giovanni Bradi con il suo cane Prince.
Giovanni Bradi e la moglie Ann Margaret con Efisio Bradi padre di Giovanni.
Foto di famiglia: Con Giovanni Bradi, terzo in alto da sinistra: Teresa, Sebastiano, Giuseppe, Antonio, Rosaria, Peppina (madre di Giovanni), Verdina Suor Paola Romana, Efisio (padre di Giovanni), Alberto e Pasquale.
Rari Nantes Alghero, militante in serie D, Tony Bradi terzo in alto da destra. Successivamente Tony giocherà in serie B in Lombardia.
Da sinistra: Giovanni Bradi con accanto l’algherese Giovannino Fiori, noto “La pirumpella”
I coniugi Bradi con amici durante una una cena conviviale.

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