Primo Bacio

 Primo bacio

di Salvatore Pinna

Normalmente non amo le fotografie. La mia pigrizia mi ha suggerito la scusa: le fotografie impediscono ai ricordi di abbellirsi.

Ma faccio delle piccole eccezioni ed il parto di un’asina mi interessava. Le vedevo allontarsi e ritornare il giorno dopo con un puledrino pulito ed arzillo nonchè pienamente consapevole della rigida educazione che lo attendeva: una poppata ogni due ore ed un calcio ove non avesse rispettato i tempi.

Quando vidi Elma che aveva iniziato il travaglio, stranamente nel recinto,  mi rammaricai di un appuntamento che avevo tra un’ora ad Alghero e che pensavo non mi avebbe permesso di fotografare il lieto evento.

Presi lo stesso la macchina e tranquillizzai l’asina con qualche frase di circostanza (credo che non capiscano le parole, ma il tono di voce lo interpretano perfettamente).

Invece fu tutto velocissimo e perfetto. Senza un lamento ad un certo punto Elma si alzò e fece due o tre giretti mentre gli zoccoli delle gambe anteriori inziavano ad uscire. Si coricò di nuovo, una spinta quasi invisibile e come per incanto la puledrina scivolò fuori della madre  e del sacco amniotico che si intravede nella foto. Subito ci fu il “bacio di presa di contatto” e poi la puerpera si alzò ancora una volta leccando la piccola ed invitandola con delicate ma decise musate ad alzarsi per la prima volta.

Mamma Elma con la piccola Marigosa

Era durato il tutto circa venti minuti e potei andare al mio appuntamento che purtroppo non era galante.

Al ritorno dopo poche ore trovai una puledrina perfetta, con il pelo asciutto di un bel grigio chiaro, che aveva già poppato il colostro e si ingraziava la madre strusciandolese addosso.

La puerprera non aveva già alcun segno di dilatazione, nessuna crisi depressiva da calo di ormoni, solo un robusto appetito per far fronte alle richieste di latte.

Come tutti sanno le asine, come le cavalle, non hanno cisterna e quindi allattano ogni due ore.

Il latte è molto simile a quello umano ma molto più magro, solo  1,2 di grasso e con una fortissima carica antibatterica e antivirale che a suo tempo attrasse l’attenzione di Fleming.

Il tutto succedeva nel 2006 e ora Marigosa (meringa) seconda è già più che bisnonna, ma continua a mantenere un certo rapporto con la madre, la matriarca del branco.

A volte mi viene voglia di augurare a qualche donna incinta di partorire come le mie asine ma sono sicuro che la cosa rischierebbe di essere male interpretata. Eppure si tratta del migliore augurio che si possa fare!

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