Le incompiute Algheresi

sassari alghero

Devono essere passati almeno 25 anni da quando è stato presentato il primo progetto dell’Alghero-Sassari.

La realizzazione prevista in 4 distinti lotti è arrivata faticosamente alla ultimazione dei primi 3 lotti che collegano Sassari alla cantoniera di Rudas.

Il quarto lotto, nonostante una moltitudine di riunioni tra gli enti interessati, pare sia bloccato dalla presenza di terreni “di pregio” che verrebbero toccati dal tracciato stradale.

Per essere chiari questa è una balla o, se si preferisce, non sono note al grande pubblico quali siano le famose aziende che posseggono questi terreni e soprattutto quali siano le loro meravigliose produzioni agricole.

Siamo forse in presenza di semisconosciuti imprenditori che si possono aggiungere alle belle realtà di Sella & Mosca, Santa Maria La Palma e S. Giuliano?

O più verosimilmente il virus presente in zona che blocca da 30 anni Surigheddu e Mamuntanas si è impossessato anche del primo lotto della Alghero-Sassari?

Non bastano 25 anni? Ricordiamoci che l’Autostrada del Sole (Milano-Napoli di 760 km.) fu costruita in appena 8 anni.

E’ vero sono cambiate molte leggi, fare l’amministratore pubblico non è facile, la burocrazia è un fardello pesantissimo, ma a tutto c’è un limite.

Che a 25 anni dalla presentazione del progetto non si siano state superate eventuali osservazioni, valutato l’impatto ambientale e quant’altro è inaccettabile. In una situazione, tra l’altro, che da tempo sono disponibili i finanziamenti dell’opera e quelli della circonvallazione cui questa strada si deve collegare.

Diciamola tutta: la classe dirigente che, ai vari livelli, governa la Sardegna è complessivamente inadeguata; intendendo per classe dirigente non solo quella politica ma soprattutto quella fatta da funzionari e dirigenti pubblici decisamente scadente.

Alghero ha tanti esempi che giustificano un giudizio così severo: partendo pure dal mancato utilizzo di Maria Pia che dal 1976 (40 anni) attende che venga varato un piano particolareggiato che ne indichi lo sviluppo. Nel frattempo ci sono richieste di usucapione da parte di persone che occupano, non si sa a quale titolo, parte dei terreni e fabbricati.

A Maria Pia giganteggia da almeno una ventina d’anni anche un altro monumento allo spreco: il famigerato Centro Congressi costato qualche decina di milioni di euro senza essere mai utilizzato.

Nel porto il prolungamento del molo di sopraflutto e relativa banchina lunga un paio di centinaia di metri, costata diversi milioni di euro, è misteriosamente inutilizzata da 10 anni.

In città fanno bella mostra di se il rudere del Caval Marì, i fabbricati di El Trò, i vasconi interrati e inutilizzati per raccogliere l’acqua piovana; investimenti costati milioni di euro che giacciono inutilizzati e gravemente degradati.

In un mondo che corre a velocità supersonica Alghero e la Sardegna si muovono alla velocità della tartaruga spesso permettendosi anche qualche lunga sosta.

E qui non c’entra l’Europa, il Governo o il destino cinico e baro, il problema è di noi sardi che non riusciamo a esprimere una classe dirigente appena decente.

Vero è che non tutti i politici e burocrati non sono all’altezza del ruolo che ricoprono ma la sensazione è che siano in netta minoranza.

Sino ad oggi il costo di questi sprechi, ovviamente assieme a quelli nazionali, è annegato nel mare del mostruoso debito pubblico che è diventato, oltre alla nefasta eredità per le nuove generazioni, la vera zavorra che impedisce una vera ripresa economica.

La classe dirigente (politica e burocratica) di Alghero e della Regione Sardegna è consapevole di tutto ciò?

Storie di Alghero seguirà con attenzione l’evolversi dei fatti.

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