Alghero. Un’intera città dentro il più atroce conflitto di ogni tempo

di Giovanna Tilocca

 Venerdì sera nella sala conferenze dell’Università delle Tre Età si è svolta la presentazione del libro di Antonio Budruni, La Grande Guerra (1915-1918).

Copertina del libro La Grande Guerra di Antonio Budruni

In apertura, la proiezione di un video montato da Massimiliano Caria con la lettura di documenti relativi al periodo in esame, ha introdotto il pubblico nel clima grigio e luttuoso che la città di Alghero ha vissuto nei tre anni durante i quali ha visto tanti giovani uomini partire per un viaggio ai confini dell’Italia che a volte è stato senza ritorno. Le parole scandite da Emiliano Di Nolfo, Roberto Bilardi, Sergio Marrosu, il collettivo Les Bruixes (Maria Antonietta Caria, Amelia Corrias, Elisabetta Dettori), i bambini e le bambine (Samuele Scarpa che ha letto la lettera dei fratellini Nieddu Arrica) mentre scorrevano le immagini, hanno evocato famiglie in completo abbandono, private di quel supporto economico che spesse volte era l’unico sostegno in condizioni a dir poco disperate. Voci di mogli, di madri, di soldati che si sono trovati all’improvviso obbligati a vivere distacchi dolorosi, con un terribile senso di abbandono anche da parte delle istituzioni che avrebbero dovuto dare almeno un sussidio per consentire il sostentamento nell’attesa dell’epilogo di quell’incubo che sembrava non finire mai.

Voci di bambini che, coinvolti da quella cupa atmosfera, hanno offerto i loro risparmi a chi ne aveva più bisogno, con un gesto che ha sorpreso e commosso.

Anche Alghero ha dunque dato un pesante e gravoso contributo a quell’avventura che si chiama guerra e che sembra essere una componente genetica dell’uomo visto che, pur rinnegandola e rifiutandola, continua a farla.

La docente di storia contemporanea dell’università di Sassari, Giuseppina Fois, particolarmente esperta della Brigata Sassari, ha approfondito la lettura del libro ponendo l’accento sulla sua importanza al fine di conoscere la storia minore, quella degli abitanti della città nel loro quotidiano affrontare difficoltà e problemi, acuiti dal momento particolarmente precario e instabile causato dal conflitto che, per quanto lontano, ha sicuramente avuto dolorose conseguenze  per tutti.

Infine Tonino Budruni ha evidenziato l’importanza degli archivi dove si possono trovare le informazioni necessarie a ricostruire eventi che nessuno ricorda con tanta precisione e con tanti dettagli, e ancora più preziosi quando vengono a mancare i protagonisti di tali eventi.

Per coloro che vogliono scoprire la storia di Alghero si è aperto un periodo assai prolifico di   pubblicazioni che analizzano i vari aspetti della vita del passato e che aprono scenari interessanti e particolari su avvenimenti e personaggi vissuti nei secoli scorsi dei quali talvolta leggiamo il nome nelle targhe delle strade e delle piazze ma che per il resto sono degli sconosciuti.

Dobbiamo ringraziare Tonino che continua a raccontarci la storia della nostra città rivelandone pregi e difetti, in maniera imparziale e obiettiva.

 

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