Punta Giglio a Lu Teatrì con Ignazio Chessa

di Carmelo Murgia.

Nei giorni scorsi il poliedrico attore Ignazio Chessa, insieme a Roberto Bilardi, hanno messo in scena un lavoro teatrale dal titolo FIORI E RICORDI A PUNTA GIGLIO, scritto da Roberto Barbieri che ne ha curato anche la particolare scenografia “d’epoca”.

Nell’opera, Ignazio Chessa interpreta un marinaio, in servizio appunto nella base militare della Marina di Punta Giglio, e che racconta se stesso in una notte di giugno del 1944. Siamo nella fase finale del secondo conflitto mondiale, quando la guerra è ormai passata oltre la Sardegna, lasciando però, in mare come a terra, una tragica scia di morti. Nel lungo monologo, il marinaio racconta degli anni passati su Punta Giglio a scrutare l’orizzonte in attesa dello sbarco delle navi anglo-americane. Sbarco che non avverrà. Un’attesa che gli ricorda il protagonista del romanzo di Buzzati Il deserto dei Tartari.

Ma racconta anche dei due bombardamenti di Alghero del maggio 1943 (esattamente 80 anni fa), del mitragliamento di sei pescatori algheresi e di tanti avieri dell’aeroporto. Il marinaio narrante ricorda anche l’affondamento delle Navi Trieste e Gorizia a Palau e Caprera. Anche di quest’ultimo episodio ricorrono gli 80 anni, e, meglio tardi che mai, proprio qualche settimana fa a Palau hanno calato in mare una statua commemorativa.

Nel monologo c’è anche spazio per raccontare episodi storici di cui fu protagonista la stessa base navale di Punta Giglio, come quando la batteria non sparò a due navi inglesi che si erano avvicinate alla costa e avevano aperto in fuoco per prime. Non colpire le navi fu probabilmente un atto di eroismo da parte dei marinai (pagato con un processo ai comandanti), ma che salvò Alghero da una probabile rappresaglia della flotta inglese. Si racconta di quando, nel cielo rosso del tramonto del 9 settembre 1943, da Punta Giglio videro sfilare verso sud 15 grandi navi militari italiane. Andavano a consegnarsi a Malta, mentre la Nave Roma, era appena stata affondata al largo di Porto Torres, diventando la tomba per otre 1400 marinai.

E si racconta dei disegni fatti dai marinai sui muri della casermetta, ancora oggi presenti, e di un possibile incontro con un curioso Antoine de Saint-Exupery che sale a Punta Giglio e rimane affascinato dalla bellezza selvaggia e solitaria del luogo. Un luogo dove le alte rupi incontrano il mare con le sue grotte e i suoi coralli. Un luogo dove fiorisce il bianco giglio delle rocce e dove allora abitavano cervi, aquile di mare e foche monache. Alla fine del recital, il marinaio attore esprime preoccupazione per il futuro di un luogo tanto bello e fragile, e dubita che gli uomini, sempre bravi a distruggere, sapranno farne buon uso.

L’opera teatrale è stata sponsorizzata dal COMITATO PUNTA GIGLIO LIBERA. Dato il limitato numero di posti de Lo Teatrì, è andata in scena due volte nella stessa serata. Non si escludono future repliche nel geniale spazio di Ignazio Chessa, o forse a Maristella o altrove.

Roberto Bilardi
Roberto Barbieri
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