L’ultimo dei banditori

La figura del banditore di paese, ormai scomparsa con l’avvento dei nuovi strumenti di comunicazione, si perde nella notte dei tempi.

Ben noto, ai tempi della Roma antica, lo strazio dei condannati alla crocefissione preceduti dal banditore che comunicava al popolo il nome del reo e gli estremi della sentenza emessa.

Naturalmente questo fu un compito che possiamo definire eccezionale; nel tempo il banditore assunse la figura di informatore civico che comunicava alla cittadinanza le principali decisioni delle Istituzioni e , su richiesta, si metteva a disposizione di commercianti, artigiani, ambulanti e bottegai per pubblicizzare i loro prodotti: un’antesignana insomma dei “consigli per gli acquisti”.

Il banditore si muoveva generalmente a piedi nei quartieri più popolosi comunicando, previo richiamo di uno squillo di una cornetta, le novità del giorno.

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cornetta da banditore

Questa figura era di fatto la più importante fonte di comunicazione al grande pubblico e per diversi secoli svolse un ruolo fondamentale nella divulgazione di fatti di importanza istituzionale (bandi, ordinanze, etc.) e offrendo un raccordo tra il mondo della produzione e dei consumatori.

Naturalmente non poteva mancare anche in Alghero questa figura popolare armata di cornetta e di voce tonante che fu presente sino agli anni ‘50.

L’ultimo banditore è stato Giovanni Antonio Carta più noto come Juan Antoni Putranch (1874-1965).

Un fatto singolare ma del tutto normale in Alghero dove non c’era famiglia che non avesse un soprannome: una sorta di doppio cognome spesso più noto di quello conosciuto all’anagrafe; non era raro infatti che molte persone fossero conosciute esclusivamente per il nomignolo che per il vero cognome.

Dell’origine del soprannome Putranch non si ha memoria: la più verosimile potrebbe riferirsi alla presenza in Alghero di personale militare durante gli anni di dominazione austro ungarica della Sardegna ( 1713-1718). Il termine Putranch (cognome o altro) potrebbe appartenere a quella comunità e, nel tempo, associato, per ragioni non note, come soprannome alla famiglia Carta.

Storie di Alghero continua comunque la ricerca.

J.A.P. era un uomo prestante, alto quasi due metri che com’era normale in quei tempi, inizia a lavorare giovanissimo vendendo ai forni cittadini la legna necessaria per il loro lavoro.

In particolare si occupava della raccolta dei residui delle potature degli uliveti molto estesi dell’agro di Alghero che lui trasportava con il carro trainato da un cavallo.

J.A.P. ebbe tre figli, tutti richiamati nella seconda guerra mondiale di cui uno tragicamente perito durante la deleteria spedizione in Russia.

Una perdita per il Putranch non riuscì mai a superare e che condizionò il resto della sua vita.

J.A.P. era molto religioso e univa alla descritta fisicità anche una voce baritonale di tutto rispetto. Era lui infatti a intonare il Miserere durante la cerimonia religiosa annuale della Misericordia.

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joan antoni putranch a sinistra durante la processione di Venerdì Santo

Immediatamente dopo la fine della seconda guerra mondiale, in virtù anche della sua voce potente, inizia l’attività di banditore non come dipendente pubblico ma , come si direbbe oggi, da libero professionista.

Munito della cornetta d’ordinanza percorreva a piedi le vie della città e dopo uno squillo della stessa iniziava con il tradizionale “avvaltim la populacio” a snocciolare i “comunicati commerciali” e , in qualche occasione, ordinanze e informazioni che riguardavano la vita sociale della città.

Juan Antoni, che abitava vicino alle vecchie scuole medie di via Carlo Albero, era anche un uomo al quale non mancava anche la battuta di spirito: racconta Antonello Bilardi, giovane studente alla fine degli anni ‘50, quando al termine dell’anno scolastico tutti attendevano l’esposizione dei “quadri”, compariva la figura imponente del Putranch che dopo uno squillo di tromba, richiamava attorno a se i numerosi studenti presenti e , con voce potente esclamava “ s’avvaltesc la populacio che son an vendita las carabassas”; per chi non lo sapesse in algherese il termine “carabassa” oltre ad identificare un ortaggio (la zucca) era anche sinonimo di bocciatura.

Naturalmente finiva con una risata generale e serviva anche a lenire la tensione di chi temeva qualche brutto risultato scolastico.

Questa attività secolare era comunque in via di esaurimento sia per la forte diffusione di giornali di tutti i tipi e l’utilizzo molto comune di manifesti murali.

In Alghero la figura del banditore classico con cornetta finisce negli anni ‘50 e per qualche anno venne sostituito da dal banditore Alfredo Lacana che girava per le vie della città con una macchina attrezzata con due altoparlanti che diffondevano i comunicati commerciali opportunamente registrati.

Iniziava l’era delle cosiddette radio e TV libere locali seguita più avanti dall’avvento di internet che ha definitivamente relegato alla storia queste figure che oggi, a distanza solo di qualche decennio, richiamano alla memoria un mondo che sembra scomparso da secoli.

Grazie alla meritoria iniziativa del movimento di Sardenya i Llibertat, nel 1981, a Juan Antoni Putranch è stata dedicata una via di Alghero: una sensibilità politica apprezzabile.

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Nino Monti con la collaborazione tecnica di Carmelo Murgia

P.s. un ringraziamento al nipote Giuseppe Carta per le informazioni fornite.

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