Fiorenza de Bernardi: libera di volare

Fiorenza de Bernardi
Libera di volare

di Nino Monti

Non è raro che i talenti e le passioni dei genitori si trasmettano anche ai figli: è stato il caso della nostra concittadina Carmen Usai, classe 1930, che ha ereditato dal padre, pilota automobilistico degli anni venti-trenta, l’amore per le corse, passione pienamente condivisa dalla madre Angelina, classe 1910, che in più occasioni è stata al suo fianco come navigatore in diversi rally automobilistici.
Carmen nello sviluppare i suoi molti talenti per i quali Storie di Alghero l’ha definita: una donna arrivata dal futuro, ha dato con la sua storia un personale contributo ad accelerare il lungo processo di avvicinamento alla parità uomo-donna che solo dopo qualche decennio ha avuto pieno compimento.

Fiorenza de Bernardi è una di queste donne; contrariamente a Carmen non è nata ad Alghero ma alla nostra città è legato un breve passaggio della sua vita che l’ha resa, nel proprio lavoro, famosa e pienamente realizzata.

Fiorenza de Bernardi, classe 1928, fu la prima donna pilota di linea commerciale in Italia, quarta nel mondo; un’attività questa, iniziata ad Alghero con il conseguimento del brevetto di terzo grado nell’area dell’aeroporto militare di Alghero, sotto la guida dell’istruttore Franco Petaccia nel 1966.

Alghero-Capo Caccia, copertina del libro curato dal Rotary club Alghero

Il conseguimento del brevetto e l’abilitazione alla guida di velivoli di linea commerciale fu, per Fiorenza, il punto d’arrivo sino ad allora precluso al mondo femminile; occorre ricordare che solo con il referendum istituzionale Monarchia-Repubblica del 1946 alle donne fu concesso il voto politico e che molto tempo sarebbe dovuto passare prima che tale riconoscimento si trasferisse anche nelle diverse articolazioni della società economico-civile.

Naturalmente solo il disporre di una forte personalità, unita ovviamente a molte capacità personali, sarebbero state necessarie alle donne per farsi largo in un mondo costruito storicamente “a misura d’uomo”.

Fiorenza de Bernardi manifestò già da bambina di avere questi requisiti grazie anche al particolare ambiente familiare e alla figura del padre Mario, pioniere del volo e personaggio notissimo per aver collezionato trofei prestigiosi esibendosi nei cieli d’Italia e dell’America. Un settore, quello aeronautico, in straordinario sviluppo che offrì stimoli e opportunità che l’Italia seppe cogliere posizionandosi tra i primi paesi al mondo.

Fiorenza con il padre Andrea, pioniere dell’aviazione, medaglia d’argento al valor militare

Fiorenza cresce quindi in un contesto molto competitivo, aperto e stimolante che non mancherà di riverberarsi anche sul suo carattere di donna certamente non predisposta a omologarsi in ruoli cui storicamente era destinato il mondo femminile.

Ma non è solo il carisma del padre Mario, come ben descrive Barbara Bertolini nella biografia di Fiorenza, ad accompagnare la sua infanzia e adolescenza; figure importanti saranno la madre Maria Vittoria crocerossina nella prima guerra mondiale e la nonna Ida, personaggio di grande cultura e autrice di numerosi romanzi.

Sicuramente una bella famiglia, dove la giovane Fiorenza ha modo di sviluppare tutta la sua vivacità e senso di indipendenza.
Fin dall’età di 15 anni, zaino in spalla, campeggi in montagna o al mare con gli amici: grazie anche una forza di volontà non comune, pratica anche sport estremi dopo aver frequentato, assieme ad una amica, una scuola di roccia a Monte Morra.

A partire dal 1947, come ricorda la citata Barbara Bertolini, è un susseguirsi di scalate: il Monte Bianco, Grandes Jorasses, cime dell’Ortles e Lavaredo, vetta Walker, del Piccolo e Gran Zebrù etc.

Esperienze che avranno certamente stimolato il desiderio di … salire ancora più in alto.

Fiorenza in una scalata

Non passa infatti molto tempo perché l’amore per la montagna si accompagni a quello del volo; a vent’anni Fiorenza fa le sue prime esperienze di volo con il padre Andrea che le insegna tutti i trucchi del mestiere e le fornisce i consigli fondamentali da rispettare quando si pilota un aereo.

A questo punto l’amore per il volo diventa palpabile e prioritario su tutto; nel 1951 effettua il primo volo in solitario nei cieli di Roma su un FL3; una emozione fortissima che la convinse definitivamente a diventare pilota come suo padre.

Un AVIA FL 3 all’aeroporto di Alghero nel 1973 (foto: dal libro Alghero 1938-2018 il cielo racconta 80 anni di volo)

Seguono poi, con l’acquisizione di alcuni brevetti di volo, la partecipazione ad eventi sportivi e ad episodiche attività commerciali quali il lancio di volantini.

Molte delle competizioni sportive in Italia e in Europa furono fatte in compagnia con l’amica Graziella Sartori con la quale condivise la vincita di molti trofei.

Nel 1953 arrivarono i primi incarichi professionali; le viene offerto dal rappresentante della Piper in Europa e Africa di diventare la sua copilota. Volerà per lunghi 10 anni con il comandante Robero Goems in tutti i cieli d’Europa e Africa del nord.

Nel 1966 la grande svolta: frequenta un corso strumentale basico alla scuola militare di Alghero che le consente il salto definitivo nel mondo degli aerei di linea.
Fiorenza supera brillantemente tutti i numerosi esami ottenendo il brevetto commerciale.

Fiorenza ad Alghero con l’istruttore Franco Petaccia

Nel gennaio 1967 viene assunta dalla Aeralpi, sarà la prima pilota di linea italiana, la quarta nel mondo.

Fiorenza con l’equipaggio Aeralpi

In questo periodo acquisisce anche l’abilitazione al volo di montagna e dopo la frequentazione del corso IFR sarà una delle prime donne a volare su aerei militari.

A seguito della tragica scomparsa del proprietario, nel1969 l’Aeralpi viene sciolta.

Fiorenza passa all’Aertirrena dovre avrà modo di pilotare numerosi aerei tra i quali il tri-jet YAK 40 russo che poteva atterrare quasi dappertutto: dalla sabbia del deserto agli spazi erbosi o in terra battuta o anche sulla neve.
Un aereo adattissimo ai grandi spazi dell’Australia dove Fiorenza opererà per qualche anno diventando anche molto popolare per essere la prima donna pilota alla guida di un jet.

La comandante Fiorenza de Bernardi su jak-40

Nel 1980 partecipa ad un corso con l’Alitalia per il DC 8, famoso aereo utilizzato dalle più importanti compagnie aeree del mondo.
Nonostante avesse la qualifica di comandante nella Aertirrenia Fiorenza non riuscì a superare il muro eretto da Alitalia verso le donne pilota.
Un atteggiamento assurdo e oscurantista preso da un gruppo dirigente che evidentemente non aveva capito come si stava muovendo il mondo, rinunciando, tra l’altro, ad una operazione di immagine che avrebbe giovato certamente alla compagnia. L’ennesimo errore di una gestione aziendale che avrebbe in breve tempo portato l’Alitalia, una delle compagnie più importanti del mondo, al fallimento e alla dilapidazione di miliardi di denaro pubblico.

Contro questa palese ingiustizia Fiorenza fonda l’associazione Pilote Italiane (ADA).

Continuerà a volare per qualche anno nei cieli americani e africani raggiungendo l’importante traguardo delle 7.000 ore di volo.

Un grave incidente automobilistico con numerose fratture subite interromperà la sua lunga carriera di pilota.

Finite le lunghe trasvolate con la cloche in mano, Fiorenza si dedicherà con sempre maggior impegno all’associazione da lei fondata: Associazione Donne dell’Aria (ADA) per il riconoscimento al gentil sesso degli stessi diritti degli aviatori.
Una battaglia portata avanti con determinazione che avrà finalmente raggiunto il suo obiettivo quando nel 1988, al congresso delle donne pilota di linea del mondo, di cui Fiorenza fa parte, l’Alitalia annuncia di aprire le selezioni anche al gentil sesso.

Meglio tardi che mai: nel 1989 la compagnia assumerà la prima donna pilota (Antonella Colletti), 23 anni dopo che Fiorenza aveva ottenuto ad Alghero il brevetto commerciale per aerei di linea senza aver potuto operare nella compagnia di bandiera italiana per la citata ostilità nei confronti delle donne pilota.

E’ il destino che tocca spesso ai precursori, a chi scuote l’albero ma è felice comunque, come nel caso di Fiorenza, anche quando i frutti vengono raccolti da altri.

A Fiorenza de Bernardi, che ha compiuto i suoi primi 90 anni non sono mancati riconoscimenti importanti nazionali e internazionali: quello che certamente le farà più piacere e l’aver rappresentato per tante donne un punto di riferimento per il superamento di quel lungo percorso ad ostacoli per la parità dei diritti con gli uomini.

Per noi algheresi, che abbiamo avuto l’onore di ospitarla per qualche settimana, la soddisfazione di aver visto volare sopra i cieli di Capo Caccia la donna che nel campo dell’aviazione civile ha combattuto, prima che una battaglia personale, una generosa battaglia di grande impegno civile.

Bibliografia:

- Barbara Bertolini: Biografia di Fiorenza de Bernardi

- Sito di Fiorenza de Bernardi: www.fiorenzadebernardi.it
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