Capodanno a Punta Giglio

di Nino Monti

Ho frequentato il promontorio di Punta Giglio da ragazzo. Sono passati quasi sessanta anni da quando alcuni amici scout, abituali frequentatori del sito, mi hanno fatto conoscere la  base militare, abbandonata da un paio di decenni.

Già allora erano sparite dalla casermetta porte e finestre e quanto di utile poteva essere utilizzato dai predatori.

Erano rimasti, ben evidenti sui muri, alcuni disegni e messaggi propagandistici inneggianti alla guerra, deliranti  parole d’ordine del regime fascista che aveva  trascinato l’Italia nella Seconda Guerra Mondiale.

A noi ragazzi, queste scritte e disegni sui muri  sembravano fatti lontani che richiamavano episodi visti in qualche film di guerra, non capendo appieno la portata storica e la tragedia umana che quelle immagini documentavano.

Le scritte a caratteri cubitali, Quando Tuona Il Cannone E’ Veramente la Voce Della Patria Che Chiama e la velleitaria e tragica profezia Vincere! e Vinceremo che dominava il disegno di un’enorme e minacciosa corazzata,  destavano in noi ragazzi un sentimento di curiosità misto a un  disagio e preoccupazione  che avremmo meglio capito in età matura.

Foto dell’interno della casermetta prima del recupero.
Foto dell’interno della casermetta prima del recupero.
Foto dell’interno della casermetta prima del recupero.

Nei decenni successivi ho continuato a frequentare e godere della bellezza straordinaria di Punta Giglio, realtà poco conosciuta perché si poteva accedere solo a piedi utilizzando una stradina dissestata  costruita dalla Forestale. Un sentiero praticamente impercorribile da chi non possedesse un fuori strada o da chi coscientemente rischiasse di danneggiare seriamente la propria autovettura.

Ogni volta si ripeteva la visita alla caserma e  ai bunker  che progressivamente manifestavano in maniera evidente l’abbandono e la mancata manutenzione.

All’interno delle strutture, meta preferita degli “artisti di strada”  che avevano praticamente riempito tutte le pareti con scritte e disegni liberamente ispirati dal loro estro.

Tutto  nel totale disinteresse generale sino a quando  ( vedi l’articolo su questo sito: Il Caso Punta Giglio, l’Agenzia Regionale del Demanio, proprietaria del sito, non decise, attraverso un regolare bando di gara, di mettere sul mercato l’ex base militare.

Scoppiò il finimondo, associazioni e comitati dormienti per decenni, hanno sviluppato una serie di iniziative tendenti alla cancellazione dell’assegnazione del sito alla cooperativa vincitrice del bando (vedi l’articolo citato).

Sia come sia, nonostante le forti polemiche, la cooperativa dopo una serie di lavori concordati con tutte autorità interessate, ha riaperto la struttura chiamata RIFUGIO DI MARE PUNTA GIGLIO, piccola struttura ricettiva destinata a soddisfare un pubblico amante della natura.

Altre polemiche, stavolta perché erano state recuperate  le scritte e i disegni sopra citati che nel tempo erano quasi scomparsi.

Scritte e disegni che oggi sono visibili nella grande sala della casermetta utilizzate per l’accoglienza degli ospiti del rifugio.

Il giorno di capodanno, assieme ad alcuni familiari, mi sono recato a Punta Giglio per vedere i lavori eseguiti e  fare una prima valutazione della nuova destinazione d’uso dell’area.

Un percorso a piedi di 3,5 km. tra pini, cipressi, lecci, lentischi, corbezzoli, ginepri e tutta la varietà della macchia mediterranea: una meraviglia della natura.

3,5 km. di natura meravigliosa

Cartelli e segnali lungo il percorso che indicavano i diversi sentieri percorribili e informazioni sulle caratteristiche botaniche dell’ambiente circostante. Un silenzio quasi irreale interrotto ogni tanto dal rumore di biciclette di ragazze e ragazzi che percorrevano felici la stradina di accesso al rifugio.

Arrivati alla meta, vista tante volte, notate solo piccole, positive novità: ambiente pulito, qualche pannello fotovoltaico sui tetti della casermetta, nessun aumento di volume delle storiche strutture, realizzazione di scale per agevolare la visita e l’ingresso dei bunker.

La ex casermetta, il giorno di capodanno 2022.

All’esterno, la solita, irripetibile, straordinaria bellezza del promontorio con i resti delle costruzioni belliche.

Postazione di uno dei 4 cannoni della base.
Dentro il bunker
Andrea, 6 anni, per la prima volta a Punta Giglio.
Bunker con vista mare.

Dopo la visita, pranzo all’interno della casermetta con alle pareti, ben evidenti,  i disegni e le scritte oggetto delle ultime polemiche.

Tra la cinquantina di persone presenti non mi pare ci siano state reazioni particolari: qualche foto e l’atteggiamento tipico,  a volte attento, a volte distratto di chi visita un museo.

A me, come tante volte negli anni passati, la sensazione di leggere una pagina della storia d’Italia, tra le più terribili,  che immagini e scritte si incaricano di mantenere intatte nella memoria di tutti.

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