La nave del Re

Porto Torres 9 settembre 2019
Reading teatrale “La nave del Re”

Dedicato ai marinai della corazzata ROMA

Nave ROMA, l’ultima Corazzata

Le vicende collegate con l’affondamento della Corazzata ROMA nel mare della Sardegna sono ormai lontane da noi 76 anni, e sono una delle tante storie italiane finite tragicamente, ma senza il conforto di risposte definitive, senza certezze definitive, ed anzi con un pesante velo di silenzio che i sopravvissuti hanno cercato invano di squarciare in tanti decenni. I sopravvissuti, allora giovanissimi, hanno passato l’intera vita aspettando che qualcuno si ricordasse di loro, ma nulla. La nave affondata ogni tanto veniva ricordata, e veniva ricordato il comandante in capo e il comandante della nave, ma loro, i sopravvissuti, naufraghi della loro nave, loro erano uomini dimenticati.

Ma ora che sono passati 76 anni da quei giorni, ed ora che anche gli ultimi protagonisti di quelle vicende ormai non sono più, è forse tempo di fare serenamente i conti con il passato. E’ tempo di restituire una Memoria ai figli ed ai nipoti. Ed è tempo di ricordarsi di tutti quei marinai che, quel giorno affondarono con la nave. Di quei 1700 marinai che, incredibilmente, ancora oggi sono considerati dopo tanti anni dei semplici “dispersi”.

Era il 9 settembre ’43. La flotta con la ROMA, nave ammiraglia, stava andando da Genova e da La Spezia verso sud, ma senza rispettare le disposizioni d’armistizio. Anzi, nessuna delle disposizioni d’armistizio sono state rispettate in quei giorni dal re e dal governo che, proprio nei minuti in cui la ROMA affondava, avevano abbandonato l’Italia al suo destino.

Se tantissimo si è scritto e si è detto su queste vicende, molte domande non avranno mai risposte. Prima di tutto il numero esatto dei marinai Caduti, molto diverso a seconda delle fonti. E dove stava andando davvero la flotta? Solo Carlo Bergamini, il comandante in capo lo sapeva, ma è affondato con la nave ammiraglia. A lui una medaglia d’oro, ma non potranno arrivare risposte. E dove è finita la ROMA? Anche su questo ci sono stati decenni di controversie, come se una nave di 240 metri potesse sparire nel nulla. Migliaia di occhi l’avevano vista affondare, ma nessuno sapeva con certezza dove. Ci sono voluti quasi settant’anni e la caparbietà di un privato, l’ing. Guido Gay, per localizzarla a meno 1200 metri al centro del Golfo dell’Asinara.

Ma le storie dei sopravvissuti e degli equipaggi che li hanno soccorsi non sono stati dimenticate. A Mahon esiste un Museo dedicato a queste vicende, a Caldes de Malavella il ricordo dei marinai italiani è ancora oggi presente. A Porto Torres esiste l’unico Memoriale italiano ai caduti delle Navi ROMA, VIVALDI e DA NOLI. Di recente un autore catalano, Rafel Nadal, ha pubblicato un avvincente romanzo sulle storie dei sopravvissuti EL HIJO DEL ITALIANO.

Ma perché tanti anni per ricordarsi di questi giovani marinai?

A volte la Storia, nella sua beffarda casualità, sembra dare importanza ad eventi che poi scompaiono nel nulla, o viceversa, episodi che li per li sembrano fatti di cronaca, finiscono poi per cambiare il corso della grande Storia. Alcuni eventi hanno il potere di creare un prima e un dopo. Poco più di 2000 anni fa, in Palestina, nessuno avrebbe immaginato che la nascita di un bambino ebreo avrebbe segnato l’anno zero, un prima ed un dopo Cristo. E nessuno avrebbe immaginato che, in un ottobre sul finire del 1400, alcune caravelle con una ciurma di avanzi di galera sarebbe finita su un’isoletta tropicale e, pur sbagliando di continente, avrebbe dato inizio all’Evo Moderno.

Se ce stato un momento in cui l’Italia, precipitata nel baratro della seconda guerra mondiale, ha intrapreso il difficile percorso di risalire la china, quel momento è stato il 9 settembre 1943. E c’è un orario preciso: le 16 ed 11 minuti, ora dell’affondamento della Corazzata ROMA.

Il momento in cui l’Italia si avvia verso il “dopo” e verso il futuro non è il pomeriggio del 3 settembre, quando in un oliveto presso Cassibile, tra mille indecisioni, il generale G. Castellano firma l’Armistizio con gli anglo-americani. Non è neanche quando, la sera dell’8 settembre, un impaurito P. Badoglio, legge alla nazione un sibillino comunicato per radio.

Il momento in cui l’Italia entra nel “dopo” della Storia, ed inizia la risalita verso la fine del conflitto e l’espiazione del dopoguerra, è quando la bomba Fritz X tedesca colpisce in pieno la Corazzata Roma e la affonda. Un attacco di guerra deliberato e programmato contro la nostra nave più bella e potente, contro l’ammiraglia della flotta e contro l’intero stato maggiore ed il suo comandante in capo.

Se durante il consiglio della corona (ore 17,30 circa dell’8 settembre) si discuteva sull’opportunità di rinnegare l’armistizio e di licenziare Badoglio, se poche ore dopo il re ed il governo abbandonavano la capitale italiana per raggiungere Brindisi nella più totale confusione, se da più parti si festeggiava la fine della guerra, il momento in cui la Storia ha deciso che l’Italia non poteva più tornare indietro è il momento il cui quella grossa bomba ha colpito il cuore d’acciaio della Corazzata Roma portandosi via 1425 marinai.

Anche per questo, e forse soprattutto per questo il sacrificio dei caduti e le vicende dei naufraghi e degli equipaggi delle navi che soccorsero i marinai sopravvissuti, sono vicende che devono rimanere nella Memoria. In quel momento stava nascendo l’Italia libera di oggi.

E se c’è una conclusione è che queste vicende hanno ancora tanto da dire e raccontare. Ecco perché si continuano a scrivere libri, girare film, proiettare le immagini subacquee della Nave affondata. Di recente anche Alberto Angela ne ha parlato a lungo in Passaggio a nord ovest.

Il 9 settembre scorso, presso il memoriale a Porto Torres, è andato in scena un inedito reading teatrale dedicato ai marinai della Regia nave ROMA. L’attore algherese Ignazio Chessa ha impersonato, in un lungo monologo, un marinaio disperso. Giovanni Macciocu lo ha accompagnato al violoncello e Cristian Melone alla fisarmonica. tecnico luci ed audio, Carmelo Murgia.

Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma

Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma
Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma
Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma
Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma
Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma
Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma
Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma
Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma
Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma
Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma
Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma
Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma
Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma
Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma
Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma
Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma
Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma
Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma
Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma
Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma
Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma
Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma
Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma
Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma
Ignazio Chessa Racconta la corazzata Roma

Condividi sui social